Truffa all'azienda sanitaria, Cappelletti tira in ballo un dirigente
Colpo di scena in aula nel corso del processo per i falsi rimborsi milionari
TRENTO. Arrestata lo scorso giugno con l'accusa di avere ottenuto rimborsi per oltre 2,3 milioni di euro, per acquisti inesistenti dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, una funzionaria ha tirato in ballo oggi un dirigente della stessa azienda. Maria Cappelletti, arrestata insieme al marito e al fratello la scorsa estate, al termine di un'indagine della Guardia di finanza, oggi in aula ha affermato di essere stata ricattata da un superiore, il dirigente Enrico Campregher.
Sostiene di avergli pagato un totale di 400.000-500.000 euro in varie rate da alcune migliaia di euro, per comprare il suo silenzio sui falsi acquisti aziendali. Una tesi senza valore probatorio, se senza riscontri, per il giudice Guglielmo Avolio.
Sulla questione è intervenuta anche l'Azienda sanitaria con una nota ufficiale. "Il consiglio di direzione dell'azienda provinciale per i servizi sanitari unitamente ai vertici aziendali, sorpreso per quanto emerso stamane durante il processo nel quale è coinvolta una ex dipendente, nell'esprimere la totale fiducia nell'operato della Magistratura, afferma la grande stima sia dal punto di vista umano che professionale verso il collega Enrico Campregher, confidando che quanto prima emerga la verità in modo definitivo e chiaro. Una richiesta, quest'ultima, fortemente e unanimemente sentita, anche per ristabilire in Azienda, in tempi brevi, il necessario clima di serenità e di fiducia che questa vicenda ha in parte leso", si dice nella nota.