«Troppi soldi ai partiti: tagliamo»
Margherita Cogo: riduciamo le indennità ai consiglieri, ma anche ai sindaci
TRENTO. «Pensiamo prima a tagliare le nostre indennità ma poi pensiamo anche a quelle dei sindaci». Margherita Cogo è sulla scena politica da più di vent'anni. E' stata sindaco di Tione, presidente della Regione, vicepresidente della Provincia, assessore e consigliere semplice. Chi più di lei può dire qual è il ruolo più impegnativo nella vita pubblica trentina. Mette subito in rilievo che, per lei, la legge Amistadi non va: «Ha tolto il valore di volontariato alla politica di base». Consigliere Cogo, allora chi lavora di più, un sindaco o un consigliere provinciale? Io ho ricoperto entrambi i ruoli e posso dire che sono due lavori completamente diversi e con responsabilità diverse. Dipende molto da come uno interpreta il ruolo di consigliere. Non è che i consiglieri devono restare chiusi in una stanza e studiare. Se uno vuole rappresentare tutto il territorio, deve girare, fare almeno 35 mila chilometri all'anno, incontrare persone. Dire che fare il sindaco è più impegnativo non è corretto. Però, i primi cittadini hanno più responsabilità. I sindaci hanno più responsabilità anche rispetto al presidente della Provincia. Sono molte le materie in cui hanno grandi responsabilità dalla protezione civile agli appalti. Per questo motivo il sindaco va pagato bene. Però, non credo proprio che ci siano motivi per essere orgogliosi di una legge che ha attribuito indennità a tutti. Ormai anche gli assessori di un Comune con 500 abitanti hanno l'indennità. Nelle Giudicarie ci sono 39 comuni, questo vuol dire almeno mille persone su 34 mila abitanti, compresi i consiglieri della Comunità di valle, che prendono un gettone. E' troppo e snatura il rapporto tra cittadini e politica. Per i comuni con più di 3 mila abitanti, poi, i componenti delle giunte prendono un'indennità alta. Soldi caduti dal cielo che tolgono anche responsabilità. Ai miei tempi, si doveva giustificare l'indennità che si chiedeva. Era tutto in base all'impegno. Ma secondo lei bisogna tagliare anche le indennità dei sindaci? Io credo che prima dobbiamo pensare a tagliare le nostre, sennò saremmo poco credibili, e poi, per equità, anche a quelle dei sindaci. E di quanto vorrebbe tagliare le indennità dei consiglieri? Penso che il taglio del 10 per cento sia quello giusto. Non possiamo chiedere sacrifici ai cittadini e non farli noi. Poi la situazione è cambiata. Quando ho iniziato io, dovevamo dare il 45 per cento ai partiti, adesso noi del Pd siamo al 20 per cento. Se le indennità verranno tagliate, anche i partiti si dovranno accontentare di qualche soldo in meno. E per quanto riguarda i sindaci? Per loro penso che si debba tornare al vecchio sistema dell'autodeterminazione dell'indennità. Sarebbe un discorso leale e trasparente. Ogni sindaco di fronte al suo consiglio comunale dichiara l'indennità che intende assegnarsi in base al lavoro e all'impegno che richiede. Purtroppo la legge Amistadi ha annullato il principio del volontariato in politica, almeno nei livelli più vicini al territorio. I presidenti di circoscrizione di Trentono prendono 1.600 euro al mese. Anche i consiglieri prendono soldi. Una volta, invece, era tutto su base volontaria. Adesso, invece tutti aspettano la delibera della giunta regionale. Ogni volta che ho provato a introdurre sobrietà, mai gridavano dietro: vergogna. Io ho cercato in ogni modo anche di ridurre anche il numero dei consiglieri, ma finora non c'è stato nulla da fare. Lei ha anche depositato un disegno di legge per eliminare le porte girevoli, il meccanismo che fissa l'incompatibilità tra il ruolo di consigliere e quello di assessore aumentando di fatto il numero dei consiglieri, ma sembra ci siano poche speranze che passi. Si risparmierebbe un milione di euro all'anno, anche se la soluzione migliore sarebbe tagliare il numero dei consiglieri. Purtroppo non si può fare perché occorre una modifica allo Statuto, che è legge costituzionale, e, al momento una cosa del genere non è proponibile.
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