Trento, sciopero di internet in Provincia: "Meglio scollegati che controllati"
All’agenzia provinciale per l’energia diciannove dei circa trenta dipendenti hanno firmato una lettera nella quale dichiarano di voler rinunciare all’accesso ad internet piuttosto che subire i controlli preannunciati. E' la risposta alla circolare della Provincia che dispone limitazioni negli accessi alla rete per i dipendenti
TRENTO. E’ arrivata lunedì, a tutti i dipendenti provinciali, la circolare che annuncia l’entrata in vigore del già tanto discusso disciplinare che restringe l’uso della rete internet. In pochissimo tempo, la notizia si è diffusa tra i vari servizi e il fermento tra i dipendenti ha cominciato a crescere, per una misura di controllo che, a detta dei lavoratori, è troppo restrittiva e lascia trasparire una mancanza di fiducia verso i dipendenti. All’agenzia provinciale per l’energia non ci stanno: diciannove dei circa trenta dipendenti hanno infatti firmato una lettera, indirizzata ai loro superiori e al sindacato Fenalt, nella quale dichiarano di voler rinunciare all’accesso ad internet piuttosto che subire i controlli preannunciati. L’idea di questa provocazione è partita proprio dal titolo di un articolo apparso sabato sul Trentino, raccontano i lavoratori, che continuano: «Per svolgere il nostro lavoro non abbiamo bisogno di accedere a internet quindi siamo disposti a rinunciare completamente all’accesso». Secondo i dipendenti, infatti, il collegamento alla rete, negli anni passati, è stato reso disponibile a tutti (anche a chi in realtà non ne necessita) e ora la Provincia vuole fare un passo indietro, mettendo in atto sia dei controlli mirati su chi è sospettato di compiere degli abusi, che dei controlli periodici a campione. Il regolamento, quindi, pare anacronistico. «Ci sono degli studi - afferma ancora un dipendente - che dimostrano come internet aumenti la produttività di alcuni soggetti». La proposta potrebbe essere quella di avere una postazione unica con accesso alla rete, che i dipendenti possano utilizzare senza destare sospetti. «Ormai internet fa parte della nostra vita - spiegano ancora i dipendenti - se porto un libro al lavoro nessuno mi controlla».
Secondo il sindacato, la Fenalt, è un diritto dei lavoratori rinunciare ad internet, purché questo non interferisca con lo svolgimento delle loro mansioni. Lo stesso sindacato, spiega il segretario Bruno Boschetti, aveva già mosso delle osservazioni sul regolamento: «Un dirigente - aggiunge - dovrebbe essere in grado di capire se i suoi dipendenti lavorano o usano internet per scopi privati». Un primo passo, potrebbe essere quindi quello di dare internet soltanto a chi serve, operando dei controlli restrittivi a monte.
LA DELIBERA. Il disciplinare è stato approvato in giunta provinciale lo scorso venerdì 7 maggio 2010 e vieta l’utilizzo di internet e telefoni per usi privati (salvo deroghe). L’obiettivo della misura è di evitare virus nel sistema e prevenire comprtamenti illegali perseguibili penalmente