Trento «chiusa per ferie» Dopo i mercatini il vuoto

Molti turisti chiedono ancora come raggiungere gli stand di piazza Fiera E intanto i ristoranti sono quasi tutti chiusi: l’Apt cerca posti per coppie e gruppi


di Luca Marognoli


TRENTO. Finita l’orgia da mercatino e superato l’impetuosa domenica d’avvio dei saldi, Trento si riscopre “chiusa per ferie”. Con piazza Fiera trasformata in un deserto dei tartari, i ristoranti e i supermercati in gran parte a serrande abbassate, la città lascia i turisti che scendono in visita dalle stazioni sciistiche disorientati e sgomenti.

Lo sbalzo tra il “prima” e il “dopo” si è avvertito maggiormente il primo dell’anno, quando è dovuta intervenire l’Apt per aiutare i visitatori a trovare un locale aperto dove mangiare qualcosa, ma anche ieri lo scenario era piuttosto desolante. Alla fiumana di persone che da piazza Fiera brulicavano verso via Garibaldi e il giro al Sass, tra esibizioni di cori itineranti, stand di prodotti gastronomici e artigianali e i banchetti del mercatino dei Gaudenti, si è sostituito un vuoto degno di “The day after”.

In piazza Duomo resta in piedi la baita in legno di Babbo Natale, ma i più piccoli devono alzarsi sulle punte dei piedi per sbirciare all’interno dalle finestre ad oblò, mentre la porta è chiusa da un moderno lucchetto. «Era aperta fino al 24 e c’era la possibilità di farsi fotografare con Babbo Natale, ma ora lui è andato in vacanza mentre qui nella casa degli elfi si continua a lavorare», dice un’operatrice dell’associazione “Il Camaleonte”, che organizza i laboratori per i bimbi fra i 3 e i 10 anni. «Sì, più persone sono venute a chiederci del mercatino - continua la ragazza - anche se è ormai chiuso. E’ stata volontà del Comune, invece, che noi restassimo aperti fino alla fine delle feste». Ogni giorno gli appuntamenti sono cinque, tutti diversi, e si succedono dalle 15 alle 18: si va dalla creazione di giocattoli fai-da-te, alla preparazione di zuccheri aromatizzati e tisane, fino alla scoperta delle fiabe del Trentino. Domani è in programma anche la creazione di una Befana da appendere alla porta, in attesa dell’arrivo della vecchietta a cavalcioni della sua scopa il giorno dell’Epifania.

L’iniziativa piace e ieri, poco dopo le 15, c’era anche una piccola coda di bambini e genitori che fremevano nell’attesa degli animatori che avrebbero insegnato loro come realizzare decorazioni con la pasta di zucchero.

Diversi anche i supermercati chiusi, come il Poli di via Pozzo e la Coop di piazza Lodron, dove la luce all’interno traeva in inganno, ma era accesa solo per consentire al personale di fare l’inventario.

In mancanza di grandi attrazioni, qualche coppia e gruppo di amici ha posato davanti al Nettuno per la classica foto ricordo, prima di dare un’occhiata ai saldi anticipati “made in Trentino”. Un modo per consolarsi per avere mancato la visita al mercatino, anche se per pochi giorni. «Certo che chiedono se è aperto», dice Paola, dipendente del ristorante - pizzeria Al 77 di via Verdi. «C’è chi si ricordava che l’anno scorso era visitabile fino all’Epifania». Ma se in quel caso bastava informarsi meglio sulle date, ad irritare di più i visitatori del centro è stata la scarsità di locali pubblici aperti. «L’1 di gennaio eravamo gli unici o quasi a lavorare e ci hanno addirittura chiamato dagli uffici turistici per mandarci delle persone», continua Paola. «Qualcuno si è lamentato anche perché non c’è stato nessuno spettacolo in piazza a Capodanno». La crisi e il patto di stabilità che ha mandato il Comune in bolletta non danno certo una mano al turismo.

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