Trento, caso Beltrami: «E ora l'assessore faccia chiarezza»

Ivo Tarolli solidale coi colleghi dell'Udc tirati in ballo come presunti autori delle minacce


Robert Tosin


TRENTO. «Non so nulla dell'archiviazione e non ho visto i documenti. Ora come ora non posso dire assolutamente nulla» Lia Beltrami Giovanazzi prende tempo. Per l'assessore provinciale è un periodo difficile: dopo la mozione di sfiducia, ora anche i dubbi «pesanti» degli investigatori che hanno indagato sulle minacce ricevute dalla delegata alla solidarietà internazionale. E se non bastasse, ecco il carico da novanta del senatore Ivo Tarolli che da una parte conferma la fiducia nel percorso politico dell'Udc presente in giunta proprio con la Beltrami, dall'altra però si toglie qualche sassolino dalla scarpa e intima all'assessore di fare chiarezza sull'«improvvido» coinvolgimento del partito e di alcuni suoi rappresentanti in questa vicenda. Chiaramente a fare scalpore non è tanto la decisione del gip, su richiesta della Procura, di archiviare la denuncia per le quattro lettere di minacce (due accompagnate pure da proiettili) ricevute nel corso del 2009. A balzare all'occhio sono piuttosto le perplessità degli agenti della Digos che hanno seguito le indagini ed hanno anche tenuto sotto controllo i telefoni dell'assessore. Gli inquirenti parlano chiaramente di «aspirazione» e «desiderio» di ottenere una scorta, segnalando infine una «inclinazione ad apparire e passare da vittima di situazioni pericolose». Tutta la vicenda, dunque, appare poco chiara in tanti aspetti, ma alla fine le indagini non hanno portato a nessun riscontro concreto, né in una direzione né in un'altra. Il filone forse più intenso seguito dalle indagini ha riguardato l'ambito politico, più strettamente quello interno all'Udc dove si sarebbero registrate parecchie tensioni quando l'assessore si è schierato apertamente dalla parte dell'Upt. O almeno così avrebbe riferito lei agli investigatori in cerca di possibili moventi alle minacce. Nel fascicolo sono così spuntati nomi e cognomi di aderenti all'Udc, ai quali oggi l'ex senatore Ivo Tarolli (commissario e traghettatore verso il Partito della Nazione) esprime ampia solidarietà. «Lia Beltrami - afferma - è stata indicata a rappresentare l'Udc del Trentino in seno alla giunta provinciale. Questa decisione è stata un atto di fiducia e un'apertura di credito che ancora oggi riconfermiamo. Lia Beltrami con libera decisione e completa autonomia ha aderito al progetto dell'Udc, impegnato ad allargare il suo consenso, anche attraverso un nuovo percorso verso il Partito della nazione, nel quale risulta tesserata. E tale decisione è stata di recente confermata nel primo congresso dell'associazione La stella, recentemente costituitasi. Tutto il resto, che sia disdicevole gossip, deprecabile cattiveria o fragile ingenuità, non costituisce elemento tale da modificare l'atto di fiducia a suo tempo concesso. Totale e piena solidarietà confermo agli esponenti del partito improvvidamente coinvolti dall'assessore e dal suo staff in questa vicenda. Si tratta di esponenti che per anni si sono distinti per intelligenza, dedizione e generosità verso il partito e il suo progetto politico. Sono certo che Lia Beltrami troverà quanto prima i modi per procedere a una cristallina assunzione di responsabilità che faccia chiarezza rispetto agli addebiti infondati mossi verso i colleghi di partito e verso la vita ed il clima interno all'Udc, un partito che nella sua attività e nel suo modo di fare politica è sempre stato costruttivo, leale e trasparente nelle scelte riformatrici e innovative».

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