Trento: bimbo maltrattato, la madre denuncia

Accusati dalla donna l'assistente sociale e tre operatori del Villaggio Sos


Luca Marognoli


TRENTO. «Voglio tornare a casa mia». La frase, scritta insistentemente su ogni pagina del suo diario, non è quella di un prigioniero in mano all'anonima sequestri ma di un bambino di 9 anni ospitato dal Villaggio del fanciullo Sos di Trento. La madre, al quale era stato sottratto il 20 aprile scorso per eccessivo affetto (era stata ritenuta "troppo accuditiva"), non si è rassegnata e ieri ha presentato una seconda denuncia per lesioni, violenza privata e maltrattamenti, non più contro ignoti ma a carico dell'assistente sociale che ha seguito il caso e di tre operatori del Villaggio. In particolare la donna, assistita dall'avvocato Francesco Miraglia di Modena, accusa l'assistente di avere prelevato il piccolo da scuola trascinandolo per terra (lui faceva resistenza aggrappandosi ad un banco) e facendolo salire sull'auto. Quanto agli operatori, una è l'educatrice che nel giugno scorso, secondo quanto riferito dal piccolo al medico, avrebbe ferito lo stesso alle gambe causandogli delle ecchimosi, gli altri due sono dipendenti della struttura di Gocciadoro che avrebbero strattonato il piccolo nella parte finale dell'anno scolastico scorso per convincerlo ad entrare (ma anche ad uscire assieme a loro) dalla scuola che frequentava. Sempre ieri l'avvocato Miraglia ha presentato al Tribunale dei minori una memoria con allegata la testimonianza di 37 persone che descrivono lo stato di serenità del bambino quando era in famiglia, assieme a mamma e nonni, e corredata da un progetto per il reinserimento del bambino nella casa d'origine, coinvolgendo nello stesso anche il padre, separato dalla madre. Ma c'è dell'altro: «Il 14 gennaio mio figlio mi ha chiamato, nel quotidiano appuntamento telefonico serale», racconta la madre. «Piangeva, faceva fatica a respirare e chiedeva di tornare a casa. La sera dopo mi è stato detto che aveva 38 di febbre. E' stato malato una settimana ma non mi hanno permesso di incontrarlo». L'avvocato Miraglia attacca la presidente del tribunale dei minori, Santaniello, che era stata intervistata dal "Trentino" nei giorni scorsi. «Neanche il peggior delinquente viene isolato dalla mamma e lei si preoccupa solo delle procedure». Il legale annuncia che a breve presenterà un esposto al Csm e al consiglio giudiziario presso la Corte d'appello contro il magistrato che - afferma - «non ha dimostrato né equilibrio né imparzialità nelle sue dichiarazioni: non si può sostenere, come ha fatto lei, che l'assistente ha sempre ragione. Chiederò un'ispezione ministeriale, cui seguirà un'interrogazione parlamentare». Il minore era stato sottratto alla madre a seguito del ricorso presentato dal padre nel maggio del 2008, in cui l'uomo chiedeva l'intervento dei servizi sociali e la valutazione di un perito. «Quest'ultimo inspiegabilmente ha affermato che la madre era troppo accuditiva e protettiva - spiega Miraglia - e il bambino era stato prelevato direttamente a scuola e portato a forza al Villaggio». Paolo Roat, presidente del Comitato dei cittadini per i diritti umani Onlus che segue questa ed alte vicende simili, è categorico: «Gli psicologi possono decidere da soli del destino di un bambino. E quando si sbagliano si verifica un abuso». La mamma ora può vedere il piccolo 6 ore al mese, un'ora la nonna (che vive con la prima) e un'ora il padre. «Faceva tennis, judo, pianoforte, a scuola andava bene ma gli è stato cambiato istituto», dice la madre. «Ora è sempre triste e ha nostalgia di casa. Ma in nessun altro luogo può avere l'affetto che ha ricevuto per 8 anni».

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