Trento, appalti pubblici truccatiper gli arredi degli uffici: 9 indagati

Il pubblico ministero Alessandra Liverani ipotizza i reati di illecita concorrenza mediante minacce, turbativa d’asta e rivelazione del segreto d’ufficio. La Guardia di Finanza di Trento ha perquisito studi privati, uffici pubblici e abitazioni degli indagati. Al centro dell’inchiesta c’è la ditta Habitat ufficio, tra le forniture sospette quelle per il nuovo carcere di Trento e per l'ex Manifattura Tabacchi di Rovereto



TRENTO. Dopo le grandi opere pubbliche, le strade e le divise c’è il sospetto che in Trentino si trucchino anche gli appalti per gli arredi degli uffici pubblici. Con questa ipotesi sono finite sul registro degli indagati nove persone tra imprenditori, pubblici ufficiali e professionisti. Sarebbero state truccate le gare per il nuovo carcere di Trento e per l’ex Manifattura tabacchi di Rovereto.
 
L’hanno chiamata, non senza ironia, operazione «carega». Il pubblico ministero Alessandra Liverani ipotizza i reati di illecita concorrenza mediante minacce, turbativa d’asta e rivelazione del segreto d’ufficio. Ieri gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Trento hanno perquisito studi privati, uffici pubblici e abitazioni degli indagati. Al centro dell’inchiesta c’è la ditta Habitat ufficio di via Dossi.

Il suo titolare, Renzo Colombini, molto noto in città anche per il suo impegno nel mondo dello sport, è indagato per illecita concorrenza mediante minacce e turbativa d’asta. Gli altri indagati sono la figlia e il genero dell’imprenditore, Alessia Colombini e Paolo Lucianer, tutti difesi dall’avvocato Luca Pontalti. Per loro ipotizzata la turbativa d’asta in concorso con incaricati di pubblico servizio. Indagato per lo stesso reato anche un rappresentante della ditta, Matteo Golfarelli Fago, difeso da Vanni Ceola.

Indagati anche la responsabile del servizio urbanistica del Comprensorio Alta Valsugana, Paola Ricchi, per lei ipotizzata anche la rivelazione di segreto d’ufficio, difesa da Giuliano Valer, e quattro professionisti, il geometra Pierluigi Peterlini, difeso da Valentina Tomio, consulente di Trentino Sviluppo, e gli architetti Andrea Tomasi, Massimo Festi, difeso da Alessandra Carlin e Fabrizio Capuzzo. Per questi ultimi ipotizzata la turbativa d’asta.
 
Secondo l’ipotesi accusatoria, almeno cinque gare per la fornitura di arredi sarebbero state pilotate in modo da favorire la Habitat ufficio. Si tratta anche di gare non ancora espletate. In particolare sotto la lente di ingrandimento della Procura sono finite le gare per gli arredi dell’ufficio Urp del Comprensorio Alta Valsugana, degli uffici del nuovo carcere di Spini di Gardolo, dell’ex Manifattura tabacchi di Rovereto e di due edifici scolastici, una scuola e un asilo, a Nave San Rocco e a Peio.
 
Secondo quanto ipotizzato dalla Procura e dalla Guardia di Finanza, Colombini e i suoi collaboratori sarebbero stati d’accordo con i liberi professionisti che erano incaricati dagli enti pubblici di stendere il capitolato d’appalto. In particolare, i professionisti invece di redigere loro il documento avrebbero fatto riferimento alla Habitat ufficio che si occupava di stilare il capitolato e, poi, però partecipava pure alla gara in questione. In questo modo, secondo la Procura, avrebbe avuto grandi vantaggi. L’inchiesta è partita dalla denuncia di un concorrente della Habitat ufficio. Un imprenditore che avrebbe detto di essere stato minacciato da Colombini per abbandonare una gara.

In particolare, Colombini si sarebbe accordato con Fabrizio Capuzzo per pilotare la gara all’ex Manifattura tabacchi, mentre Peterlini avrebbe rivelato particolari della gara. Stessa ipotesi per Paola Ricchi che avrebbe rivelato segreti d’ufficio in merito alla gara per gli arredi dell’ufficio Urp del Comprensorio, vinta dalla Habitat ufficio per 120 mila euro. Tomasi, invece, avrebbe seguito per conto del Progetto speciale Grandi opere civili della Provincia la gara per la fornitura degli arredi per gli uffici del nuovo carcere di Spini. Infine, Festi si è occupato del capitolato delle gare per gli edifici scolastici di Peio e Nave San Rocco.
 
Nelle perquisizioni di ieri sono stati acquisiti i documenti relativi alle gare. Adesso gli inquirenti vogliono verificare se pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio, che comunque si sarebbero risparmiati il lavoro di scrivere il capitolato, abbiano avuto vantaggi di qualche tipo.

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