Trentino, Provincia all'attaccodei dipendenti malati immaginari

Fasce allargate di reperibilità, le visite fiscali già dal primo giorno di malattia e la decurtazione dello stipendio dopo il decimo giorno di malattia: sono le novità annunciate dall'assessore Gilmozzi ai sindacati dopo una sentenza della Corte costituzionale sulla Val d'Aosta, che non aveva applicato il decreto Brunetta



TRENTO. Il tanto temuto «decreto Brunetta» sulle fasce orarie allargate per le visite fiscali - in Trentino uscito dalla porta principale grazie ad un accordo Provincia-sindacati - rientra ora dalla finestra per volere della Corte Costituzionale che ha bocciato una legge regionale della Val d’Aosta dando, di fatto, il via libera al pieno recepimento della Brunetta anche in Trentino.
 La decisione della Consulta è del 26 aprile scorso e il provvedimento dichiarato incostituzionale è la legge numero 5 del 2009 che aveva modificato (alleggerendone la portata) gli effetti della Brunetta nella lotta all’assenteismo.
 La Val d’Aosta aveva messo nero su bianco in una legge ciò che in Trentino era stato oggetto di un accordo con i sindacati, ovvero mantenere inalterate le fasce di reperibilità dei dipendenti (regionali in Val d’Aosta, provinciali in Trentino) rispetto all’allargamento previsto dal decreto del governo. In Trentino questo aveva determinato il mantenimento delle fasce di quattro ore in caso di malattia, anziché delle sette individuate da Brunetta.
 In Trentino non era stato necessario ricorrere ad una legge. Sul punto la Provincia ha infatti competenza primaria e - dopo una serie di incontri con i sindacati - era stato deciso di non penalizzare ulteriormente i dipendenti provinciali sulla base di un presupposto di fatto: da noi i tassi di assenteismo sono già molto bassi e dunque non vi è bisogno di inasprire i controlli per disincentivare i furbi.
 La soluzione di compromesso era stata quella di «stralciare» la questione delle fasce di reperibilità dalla nuova legge sul personale (quella che ha recepito anche in Trentino molte delle novità contenute nel decreto del governo) delegandola alla contrattazione con le parti sociali.
 La sentenza della Corte Costituzionale - adita dal governo - rimescola ora le carte. In particolare la Valle d’Aosta, contrariamente a quanto disposto dal Ministero per la funzione pubblica, aveva previsto la non obbligatorietà della visita fiscale per le assenze per malattia sin dal primo giorno, che rimane facoltativa per l’ente, mentre il controllo è sempre disposto quando l’assenza sia continuativa per almeno 10 giorni. Su questo aspetto la Consulta ha sottolineato come la disciplina deve essere uniforme sul territorio nazionale e dunque imporsi anche alle Regioni a statuto speciale. I giudici, in sostanza, hanno ritenuto che la disciplina dei controlli sulle assenze per malattie sia riferibile ad un rapporto privatistico tra lavoratore e datore di lavoro (seppur pubblico), giudicando che la materia rientra nell’ambito del diritto privato e dunque non derogabile dalle Regioni, nemmeno quelle a statuto speciale.
 Preso atto della sentenza, la Provincia ha convocato mercoledì scorso i sindacati. Oltre che dei possibili tagli anche in Trentino determinati dalla manovra di Tremonti, l’assessore al personale Mauro Gilmozzi ha spiegato a Cgil, Cisl e Uil che le fasce allargate di reperibilità, le visite fiscali già dal primo giorno di malattia e la decurtazione dello stipendio dopo il decimo giorno di malattia (salvo sorprese) saranno recepite dalla Provincia nel disegno di legge sul personale che, dopo il ritiro dalla discussione in aula, deve tornare in commissione legislativa nei prossimi mesi.
 

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