Trentino: atleta morta nella gara di raftingIndagato il responsabile della sicurezza
La Procura di Trento ha aperto un fascicolo per omicidio colposo nei confronti del responsabile per la sicurezza del comitato organizzatore della manifestazione. Secondo l'accusa, non avrebbe fermato la gara dopo l'incidente facendo così ritardare i soccorsi
TRENTO. Dopo la morte del capitano della squadra bosniaca femminile di rafting, Branka Stulic, coinvolta in un incidente ai campionati europei svoltisi sul torrente Noce in Trentino, la Procura di Trento ha aperto un fascicolo per omicidio colposo nei confronti del responsabile per la sicurezza del comitato organizzatore della manifestazione.
Secondo l'accusa, non avrebbe fermato la gara dopo l'incidente facendo così ritardare i soccorsi. Già dopo l'incidente, i carabinieri di Mezzana avevano inviato una segnalazione alla magistratura per lesioni colpose gravissime, accusa trasformata in omicidio colposo dopo la morte dell'atleta bosniaca, rimasta in coma per sei giorni.
La ragazza, dopo il ribaltamento del gommone, non era riuscita a mettersi in salvo, a differenza delle altre cinque componenti del team, ed era stata trascinata per alcuni chilometri dalla forte corrente.