«Trentini nel mondo» nel mirino della Corte dei Conti
La magistratura contabile apre un’inchiesta sui progetti in Sudamerica per un ammontare di 4,5 milioni di euro
TRENTO. Progetti realizzati, ma mancherebbe l'adeguata documentazione per le spese effettuate, quindi la trasparenza dovuta per l'amministrazione pubblica. Per questo la “Trentini nel mondo”, associazione con finalità di aggregazione e assistenza per i migranti trentini, è oggetto di un'inchiesta da parte della Corte dei Conti, per una serie di progetti di aiuto per le famiglie di trentini in Brasile, Paraguay, Argentina e Uruguay negli anni dal 2994 al 2009. Si tratterebbe di progetti per circa 4,5 milioni di euro, con indagine della Guardia di finanza partita nel 2010.
Le persone coinvolte nel procedimento, dirigenti e funzionari provinciali, direttori e referenti dell'associazione e l'allora assessore all'emigrazione, hanno ora 45 giorni di tempo per fornire controdeduzioni. Dalla "Trentini nel mondo" sarebbero state emesse per i progetti in questione solo autocertificazioni di spesa e non vera e propria documentazione contabile, come fatture e i dirigenti provinciali non avrebbero controllato adeguatamente.
La Guardia di Finanza di Trento contesta alla Provincia autonoma e a un'associazione non lucrativa di solidarietà internazionale, una onlus, un danno erariale per quasi 5 milioni di euro. Questi i risultati di due anni d'indagine da parte dei finanzieri sulla 'Trentini nel mondo, chiusi con 150 pagine di relazione, segnalando tre dirigenti e tre funzionari del Servizio provinciale per l'Emigrazione e la Solidarietà internazionale, oltre a un ex assessore della Giunta provinciale, i due presidenti pro-tempore dell'associazione e un responsabile dei progetti all'estero.
I progetti su cui sarebbero emerse irregolarità in Sudamerica, in particolare in Argentina e in Brasile, sono circa venti, in una decine di macro aree di intervento. Sotto la lente degli investigatori sono finiti progetti di ogni tipo, dalla viticultura in Brasile agli interventi di formazione in Paraguay, dall'edilizia abitativa in Uruguay all'assistenza domiciliare in Argentina e sussidi e assegni di studio e le stesse retribuzioni del personale dell'associazione. Tra i rilievi mossi, anche il fatto che i progetti sarebbero stati rinnovati per più anni senza adeguati controlli preventivi sullo stato di avanzamento e sulla sostenibilità delle iniziative finanziate o delle spese sostenute fino a quel momento.