Travolto dall’albero, muore dopo 6 giorni 

Fabio Biasi, 59 anni, ex poliziotto di Valcanover, era in rianimazione da venerdì. La moglie: «Era la luce della famiglia»



TRENTO. «Era un uomo di cuore, generoso, la luce della nostra famiglia. Era tutto. Fabio era una persona eccezionale». La moglie Maria Pia ricorda così Fabio Biasi, il 59enne morto ieri pomeriggio a sei giorni dall’incidente a Levico. Poliziotto in pensione, Fabio venerdì era al lavoro per sistemare la campagna del suocero. L’uomo era intento a sistemare un albero quando, improvvisamente, la pianta lo ha travolto, facendolo cadere sulla strada sottostante. Il declivio sul quale l’uomo operava è protetto da un muretto di contenimento alto due, tre metri. Il cinquantanovenne è caduto da questa altezza battendo violentemente il capo. A dare l’allarme l’amico che era accanto a lui. Una corsa contro il tempo quella dei sanitari e poi il ricovero in rianimazione. Ieri pomeriggio il tragico epilogo: il cuore di Fabio ha smesso di battere. «Era stimato dai colleghi, da amici e conoscenti. Un uomo - ricorda la moglie Maria Pia assieme ai figli Christian e Stefano - che non amava essere al centro dell'attenzione, ma che era presente, comunque, sempre e per tutti. Riservato, ma capace di essere una guida, non solo per la propria famiglia e per i propri cari». Parole d'amore, nello sconcerto di una tragedia che si è consumata in una giornata d'autunno. Fabio era nel bosco per lavorare, per mettere un po’ d'ordine, in quel disastro che aveva lasciato il maltempo. Stava lavorando, un fare che si è spento improvvisamente togliendo il fiato alla sua famiglia ma lasciandone quel tanto che basta per dire, ancora una volta, «Fabio era tutto».

«Era un bravissimo poliziotto, uno su cui sapevi di poter contare, sempre». A ricordarlo così Tiziana Pagnozzi che è stata la dirigente di Fabio fino alla pensione dell’uomo. Biasi aveva iniziato a lavorare alla Postale nel 1987 e aveva smesso solo quattro anni fa, quando era andato in pensione. «Era una persona molto riservata - ricorda Pagnozzi che ora lavora a Genova e che lì è stata raggiunta dalla terribile notizia - ed era assolutamente corretta e fidata. Su di lui potevi contare, sempre». Un ricordo condiviso anche dai suoi ex colleghi che sono rimasti senza parole davanti alla notizia della morte che ha strappato alla vita quest’uomo di soli 59 anni.













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