Testamento biologico, sì alla banca dati

Approvata la proposta, ognuno potrà decidere sui trattamenti sanitari in fine vita. Esultano Magnani, Alotti (Uil) e Schuster



TRENTO. Arriva la Banca dati del cittadino sui trattamenti sanitari in fine vita. Una novità importante benché, come ha specificato il presidente della Provincia Alberto Pacher, «manchi ancora una legge quadro nazionale. Va detto che non c’è alcuna coercizione per i medici, ma è evidente l’importanza del principio che il cittadino deve poter esprimere la propria volontà sui trattamenti sanitari a cui essere o meno sottoposto in casi di malattia che ne inabilititi la capacità di scelta» . Gli fa eco l’assessore alla sanità Ugo Rossi, autore della proposta di istituire la Banca dati attraverso l’Azienda sanitaria: «Sono sempre situazioni delicate, dove l'equilibrio tra rispetto e doveri è fragile, ma credo che questo strumento potrà dare un contributo importante». La delibera dà mandato all'Azienda sanitaria di elaborare, sulla base delle raccomandazioni del Comitato etico, le modalità di raccolta e di registrazione in un'apposita banca dati delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario dei soggetti interessati, relative alla volontà di sottoporsi o non sottoporsi a trattamento sanitario, in caso di malattia o lesione cerebrale che cagioni una perdita di coscienza irreversibile.

«Con questo provvedimento – commenta l'assessore Rossi, – nel pieno rispetto della disciplina esistente, si vuole consentire al cittadino innanzitutto di essere informato e poi di formulare in piena libertà una decisione in merito alla volontà di essere o di non essere sottoposto a trattamenti sanitari, che verrà raccolta e conservata nella sua cartella personale. Vogliamo migliorare la relazione di cura laddove essa limiti i diritti e l'autonomia della persona, ma anche l'autonomia del medico». Qualora il paziente si trovasse in una situazione di incapacità palese di essprimere la propria volontà, le dichiarazioni anticipate sono un elemento importante del processo di comunicazione nell'ambito del piano preventivo di assistenza sanitaria, in cui il diretto interessato dialoga con i familiari e fruisce di una consulenza medica professionale. Soddisfatto Mario Magnani, uno dei primi firmatari della proposta: «Un atto importante di democrazia. Si è capito che questa materia non poteva rimanere senza una normativa specifica. É un atto che va nella direzione di garantire la libertà dell’individuo». Grande favore anche da Walter Alotti (Uil): «É un importante passo innovativo, non solo in termini di civiltà giuridica, ma anche di impegno su di un terreno, quello dei diritti civili, che in un Paese come il nostro, ed ancor più nella nostra Provincia, è sempre stato incredibilmente accidentato». Soddisfatto del provvedimento anche Alexander Schuster dei Riformisti: «Un segnale positivo, merito delle componenti laiche presenti in Trentino».













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