Test rapidi, migliaia di positivi nei dieci comuni più grandi
I dati. I contagiati trovati con il tampone antigenico, che non vengono comunicati, sono molti di più, di quelli con il molecolare Intanto i nuovi decessi sono 15, il dato più alto di questa seconda ondata. I ricoverati sono 418, 31 in terapia intensiva
Trento. Non sarà un dato ufficiale, ma quello del rapporto tra tamponi molecolari e tamponi antigenici dei principali comuni trentini dà l’idea della diffusione dei contagi in tutta la Provincia. Il numero dei test rapidi è quasi ovunque molto superiore, in alcuni comuni anche di cinque volte, rispetto ai tamponi tradizionali. Secondo il professor Davide Bassi, questa grande differenza rischia di alterare in maniera significativa i 21 parametri stabiliti dal Ministero per valutare se un territorio deve essere collocato in zona gialla, arancione o rossa. E la collocazione in una di queste fasce influisce sulle misure restrittive da adottare. Con la conseguenza che, nel caso in cui il virus sia più diffuso di quanto appaia, non vengano adottate le contromisure più idonee.
Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti anche ieri ha voluto ribadire che da parte della Provincia c’è la massima trasparenza e che la permanenza del Trentino in zona gialla è dovuta alla resilienza del suo sistema sanitario che ha saputo far fronte alla nuova ondata e che ha un tasso di occupazione delle terapie intensive del 30% dei posti disponibili. Un parametro che ha un peso molto importante nelle decisioni del Ministero della Salute.
Comunque la differenza tra tamponi molecolari e test rapidi è molto alta quasi ovunque, tranne che a Pergine che è in controtendenza. I sindaci ricevono i dati sui residenti nei loro comuni che sono in isolamento in seguito a positività dopo il tampone molecolare o dopo il tampone antigenico. Solo nel primo caso i primi cittadini devono adottare un’ordinanza che obbliga il positivo a restare chiuso in casa in quarantena. Nel secondo caso non è prevista l’ordinanza. I sindaci, comunque, registrano in molti casi un aumento delle guarigioni in questi giorni, ma è ancora presto perché si abbia una tendenza consolidata. Al momento, a Trento ci sono 670 positivi con tampone molecolare e 1565 con tampone antigenico. Cioè i positivi che non risultano nei dati sono quasi due volte e mezzo quelli comunicati ufficialmente. A Rovereto i positivi al tampone molecolare sono 161 e quelli al test rapido 406. A Pergine le cose cambiano: i positivi al tampone tradizionale sono 244 e quelli al test antigenico 198. Ad Ala i positivi con il tampone molecolare sono 13 e quelli con il test rapido 77, ad Avio i primi sono 5 e i secondi 13, a Lavis i positivi con tampone tradizionale sono 46 e quelli con il test rapido 131, ad Arco i primi sono 75 e i secondi 192, a Mezzocorona si passa dai 18 positivi al tampone ai 98 al test rapido e, infine, a Mezzolombardo si va dai 17 del tampone ai 90 del test antigenico. Una differenza notevole.
Il presidente Fugatti ieri nella conferenza stampa della sera ha spiegato che la Provincia continuerà a comunicare solo i dati del tampone molecolare fino a quando il Ministero della Salute non avrà deciso se e come comunicare anche quelli dei test rapidi. Lo stesso direttore del Servizio di Prevenzione del Ministero, Giovanni Rezza, ieri in mattinata alla conferenza di presentazione dei dati dello studio epidemiologico sui 5 comuni più colpiti dalla prima ondata aveva spiegato che si sta cercando un metodo per comparare i due dati.
Intanto, però, l’epidemia miete vittime. Ieri si è registrato il numero di decessi più alto di questa seconda ondata della pandemia. Sono morte 15 persone. Si tratta anziani con più di 74 anni a dimostrazione di come questo virus se la prende con i più fragili, ma anche con la nostra memoria e con le nostre radici che sono da difendere e salvaguardare. 11 sono morti in ospedale e 4 nelle Rsa. Aumentano anche i ricoveri in ospedale che sono saliti di 38 unità fino a quota 418. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 32 su un totale di 90 posti disponibili.
Su 1900 tamponi molecolari analizzati, 181 sono risultati positivi. La metà (91) presenta sintomi ma è sempre significativa la percentuale degli asintomatici individuati con il contact tracing. Tra i positivi ci sono 41 persone ultra settantenni. Nelle Rsa, tra operatori e ospiti, i casi nuovi sono 7. Il monitoraggio che riguarda le scuole evidenzia altri 20 casi nuovi di bambini e ragazzi in età scolare, con accertamenti in corso per disporre il probabile isolamento delle rispettive classi (ieri quelle in quarantena erano 240). Altre 294 persone sono state dichiarate guarite (sono 9.283 dall’inizio della pandemia).U.C.