Tassa di soggiorno, albergatori pronti a boicottare le Apt
I titolari, con la nuova tassa e il crollo di prenotazioni dall’Est minacciano di non versare più contributi agli uffici turistici
TRENTO. Messi di fronte al fatto compiuto, agli albergatori trentini non resta che mettere in discussione il contributo volontario versato alle Apt, in risposta all'introduzione della tassa di soggiorno.
Conforta invece, l'andamento positivo delle prenotazioni per Natale e Capodanno con alcuni hotel in Val di Fassa già esauriti. Nonostante la neve scarseggi, insomma, il Trentino d’inverno continua ad attrarre il turismo di casa nostra. Piuttosto preoccupa il crollo verticale delle prenotazioni genericamente da tutto l'Est Europeo e nello specifico per quelli provenienti dalla Russia.
«In tempi di crisi i nostri amministratori introducono la tassa di soggiorno. Mentre Putin ha varato una legge che prevede un contributo pari alla metà del costo alberghiero, per chi trascorre le ferie invernali entro i confini nazionali».
E' la considerazione di Umberto Anzelini dell'Hotel Corona di Vigo di Fassa che appartiene ad una famiglia presente nell'attività alberghiera da 250 anni. La sua analisi prende in considerazione anche altri aspetti legati all'attuale difficile condizione economica di quel ceto medio al quale appartiene il turista che arriva in valle, specialmente in estate.
E la sua certezza è che alla fine il costo della tassa verrà assorbito dalle strutture stesse, per non gravare sul costo del soggiorno. Ma non solo. Il pagamento è previsto in contante e quindi a parte l'imbarazzo nel chiederne il saldo separato, si dovrà affrontare anche il costo di un nuovo programma informatico che scorpori la tassa dal resto dei costi.
Un altro problema è causato dal non sapere ancora a quanto ammonterà la tassa. Un aspetto non secondario ci fa notare Umberto Anzelini, perché i cataloghi della stagione estiva sono già in stampa e gli accordi con Tour Operetor ed Agenzie sono già stati discussi, ovviamente senza l'aggravio della tassa che ora si dovrà capire come giustificare.
In più molti albergatori, hanno deciso di affrontare in proprio altre spese promozionali che ora vengono messe in discussione: «La preoccupazione dovrebbe essere quella legata al 60% di disdette delle prenotazioni da parte dei turisti dell'Est Europeo: è un dato nazionale in linea con quello che succede in Trentino. A questo punto sarà da ridiscutere il nostro contributo alle Apt che mediamente è nell'ordine di alcune decine di migliaia di euro».
Per Daniela Dallio titolare dell'Hotel Montanara di Ziano di Fiemme, la tassa di soggiorno non è altro che un ulteriore balzello che creerà non pochi problemi nei bilanci dei turisti, specialmente dei nuclei familiari e metterà a rischio anche l'indotto collegato all'attività alberghiera. Al Passo Rolle Alessandro Rigamonti dell'Hotel Margherita ha la stessa opinione e conferma il buon andamento delle prenotazioni, conquistate con impegno e fatica. Nessuno accende la polemica nei confronti della Provincia, ma la battaglia sarà sul versamento volontario fino ad oggi fatto alle Apt che tra l'altro non sarà più detraibile. Ma gli albergatori si chiedono anche a chi andrà la tassa incassata dalla Provincia: comuni, Apt o avrà invece, un utilizzo interno?
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