Tagli alle indennità, ultima chiamata
Consiglieri regionali, sindaci e assessori, consigli comunali, circoscrizioni: al via 15 giorni decisivi. Tra molte resistenze
TRENTO. Mentre in Senato, dopo un lungo travaglio, arriva il primo sì al taglio dei parlamentari, il tema dei costi della politica - con i tagli alle indennità di consiglieri provinciali e amministratori locali ma anche al numero dei consiglieri comunali - resta al centro del dibattito anche in Trentino. Nel giro di due settimane si capirà se le riforme annunciate da mesi diventeranno realtà e con quali tempi di attuazione. Le resistenze - come facilmente prevedibile - sono tante e vengono da più parti. La madre di tutte le riforme riguarda i consiglieri regionali e porta la firma della presidente Rosa Zelger Thaler: perchè tutti hanno ben chiaro che se i consiglieri regionali si ridurranno l’indennità, sarà più facile chiedere ai livelli istituzionali sottostanti (Comuni in primis)di fare la propria parte.
Consiglio regionale. La presidente Thaler ha annunciato che presenterà la propria proposta di riforma il 2 luglio ai capigruppo. Il giorno dopo ha convocato i sindacati trentini e altoatesini, che da un anno a questa parte premono perché i consiglieri diano un segnale forte sulla riduzione dei costi della politica. La proposta prevede un taglio di circa 1.400 euro in busta paga, arrivando così a circa 5 mila euro, attraverso la tassazione della diaria (la parte dell’indennità oggi esentasse), oltre a 1.500 euro di rimborsi spese (solo se rendicontate). Il confronto dentro l’Ufficio di presidenza è partito: la Svp, il partito della presidente, preme perché la riforma (che punta ad intervenire anche sui vitalizi) parta dalla prossima legislatura, ma Pd e Upt (rappresentati in ufficio di presidenza da Mattia Civico e dal vicepresidente Marco Depaoli) spingono perché si vada ad una norma transitoria, per far partire il taglio all’indennità già nell’ultimo anno di legislatura. Non possiamo correre il rischio - è il ragionamento dei trentini - che passi il messaggio che i tagli arrivano, ma solo per i consiglieri futuri, senza nessuna compartecipazione dei rappresentanti attuali ai sacrifici che vengono invece chiesti a tutti i cittadini.
Comuni. L’altra partita si gioca sul piano dei Comuni. Il disegno di legge dell’assessore regionale Roberto Bizzo prevede tagli alle indennità per 1 milione di euro in Trentino e 1 milione in Alto Adige. Dovranno essere i Consigli delle autonomie a dire come tagliare, e nel primo confronto di mercoledì tra i sindaci trentini le resistenze non sono mancate. Tanto che è già spuntata una controproposta per evitare di eliminare le indennità nei Comuni sotto i 2 mila abitanti: ridurre (da 5 a 3) i componenti delle giunte. E i sindaci hanno già detto di essere disponibili a ridursi lo stipendio ma solo se prima lo faranno i consiglieri provinciali. L’assessore Bizzo prevede che il disegno di legge approdi in aula a settembre ma resta da capire se si arriverà ad un’intesa, visto che Trentino e Alto Adige hanno due situazioni molto diverse (molti più Comuni in Trentino, indennità più alte in Alto Adige, dove c’è anche il problema di garantire la rappresentanza alle minoranze linguistiche). E potrebbe fare la stessa fine del 2010, quando si arenò per l’opposizione interna del Pd altoatesino, il disegno di legge Cogo sulla riduzione dei consigli comunali: anche in Trentino la maggioranza è divisa, con i partiti minori che temono di non essere più rappresentanti.
Consiglio provinciale. Da mesi ormai è al vaglio dell’ufficio di presidenza la proposta del presidente Bruno Dorigatti sui tagli alle spese (rimborsi, viaggi, soldi ai gruppi) su cui non si è trovato finora l’accordo. E la maggioranza pochi giorni fa ha messo una pietra sull’ipotesi di eliminare la “porta girevole”, il meccanismo di surroga degli assessori con i primi dei non eletti (come chiedono le minoranze e un ddl di maggioranza a firma Cogo-Dominici-Firmani) che avrebbe tagliato 5 milioni a legislatura.
Manca poco più di un anno alle elezioni provinciali, dipenderà dalla volontà politica se i tagli promessi saranno approvati. Tanti i dubbi, come quelli del segretario della Uil Ermanno Monari: «I sindaci chiedono ai consiglieri di partire per primi. A nessun livello si vuole tagliare il numero degli enti e degli amministratori. Il modo migliore per allontanare i cittadini dalla politica e dai cittadini. Salvo poi lamentarsi che sempre meno gente va a votare o che vota i cosiddetti "grillini". I cittadini attendono da parecchie legislature una vera qualificazione della spesa pubblica e un abbassamento dei costi della politica. I cittadini normali non hanno la diaria. E sui loro redditi le tasse le pagano per intero».
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