Strage di cani in Alta val di Non

Avvelenamento: 4 casi accertati, altrettanti episodi sospetti. Il sindaco di Ronzone: «Verificheremo»



RONZONE. La morte per avvelenamento di Leon, un cane bassotto, è solo l’ultimo di una serie di episodi avvenuti recentemente in Alta valle di Non. Almeno quattro (compreso Leon) i cani deceduti a causa di bocconi avvelenati, ma ci sono almeno altri quattro casi sospetti: l’avvelenamento non è stato certificato solo perché i proprietari non hanno voluto procedere con le analisi del sangue, necessarie in casi del genere per accertare la causa. «Ma almeno una volta a settimana devo fare i conti con animali che presentano sintomi da avvelenamento», spiega Vincenzo Mulè, veterinario che opera nella zona dell’Alta valle di Non.

Sotto accusa sono soprattutto i topicidi, un prodotto di libera vendita, facilmente reperibile in qualsiasi negozio che tratta articoli per l’agricoltura. I topicidi, infatti, vengono spesso utilizzati nei campi per contrastare i danni che i roditori possono causare alle radici delle piante da frutto. Insomma, si potrebbe parlare di incidenti di percorso, ma le zone dove si sono verificate gli avvelenamenti sono tutt’altro che vocate all’agricoltura, come la strada del Prendolar, a Ronzone, dove il povero Leon ha addentato il boccone mortale.

«Il problema - spiega Mulè - è che i topicidi che si trovano in vendita spesso riportano la scritta “non nuoce alla salute dei mammiferi domestici”. Indicazione non vera, in particolare se parliamo di animali di piccola taglia: ci sono cani (come il bassotto) che pesano pochi chili, 5 o 6: per questi basta un solo boccone di topicida per raggiungere velocemente la morte. Addirittura poco tempo fa è capitato che una famiglia abbia utilizzato nei pressi dell’abitazione un topicida, convinta non fosse pericoloso. Il loro cane ha mangiato i bocconi ed è stato avvelenato».

«Oggi per confezionare i bocconi avvelenati, vengono utilizzate sostanze sempre più potenti o addirittura dei mix - spiega Piero Pontalti, il veterinario che ha accertato l’avvelenamento di Leon -e così si fatica a riconoscere i sintomi oppure il decesso arriva molto velocemente».

La famiglia Torri, romani da trent’anni in vacanza a Malosco, ha inviato una lettera al sindaco di Ronzone, Stefano Endrizzi, chiedendo un intervento (fermo restando che il problema riguarda tutta l’alta valle, non solo Ronzone): «Sono via da qualche giorno, ma ho saputo quanto accaduto e mi dispiace molto - commenta Endrizzi - non appena rientrerò a Ronzone cercherò di saperne di più, chiamando i veterinari e la Forestale e coinvolgendo, per quanto possibile, anche gli operai comunali. Se la situazione è quella descritta, mi preoccupa non solo per i cani, ma anche per i bambini che potrebbero venire a contatto con i bocconi avvelenati».

Sulla presenza di topicida lungo le strade, Endrizzi non ha dubbi: «Di sicuro da queste parti non viene utilizzato per l’agricoltura».

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