Squadra con i cani per individuare l’orso che ha aggredito Cicolini: potrebbe essere stata una femmina con i cuccioli
Avviate le indagini genetiche. Blitz animalista all’uscita dell’A22 a Trento: «Provincia ammazza orsi»
L'APPELLO. Oipa: "La Provincia tuteli l'orso anche dopo l'aggressione"
TRENTO. Sono partiti i primi accertamenti da parte del Corpo forestale della Provincia per cercare di individuare l'orso che domenica 5 marzo in val di Rabbi ha aggredito Alessandro Cicolini, 39 anni, fratello del sindaco di Rabbi Lorenzo Cicolini, ferendolo ad un braccio e alla testa.
"Oggi stesso una squadra con i cani da orso sta perlustrando i luoghi per raccogliere eventuali ulteriori elementi che ci consentiranno di chiarire la dinamica dei fatti. Nel contempo abbiamo avviato le attività genetiche che ci consentiranno di identificare l'animale", commenta Sergio Tonolli, dirigente del Servizio faunistico della Provincia di Trento.
Il plantigrado potrebbe essere una femmina, forse con i cuccioli, ma la certezza arriverà appunto dall'esame del dna delle tracce rimaste sui vestiti dell'escursionista.
Intanto l’aggressione torna a far salire l’attenzione sulla gestione dei plantigradi. Uno striscione a firma “100% animalisti” è stato affisso all’uscita dell’autostrada a Trento sud: «Benvenuti in Trentino Provincia ammazzaorsi».
In un comunicato che rivendica il blitz compiuto oggi nel primo pomeriggio, gli animalisti arrivano a mettere in dubbio l’aggressione da parte dell’orso.
«Puntualmente con l'arrivo della bella stagione, arrivano dal Trentino i soliti allarmismi che hanno il solo scopo di demonizzare creature (introdotte per denaro) che vivono nella loro casa naturale: il bosco. Dall'esecuzione di Daniza avvenuta nel 2014, noi del Movimento Centopercentoanimalisti, teniamo alta l'attenzione su questa vergogna costante firmata Trentino. Considerando che al governo ci sono i compari di Fugatti, ci aspettiamo il peggio nei confronti dei poveri animali, che hanno avuto la sfortuna di vivere in una provincia macchiata di sangue innocente. Se i politici “alzeranno il tiro”, lo faremo anche noi, poco ma sicuro», avvertono.