Sindaci contro la Supervalsugana
I veneti della Valbrenta chiedono ai colleghi della Bassa di sottoscrivere il loro documento a Renzi
BORGO. Un appoggio ai sindaci dell'Unione Montana Valbrenta per la questione Nuova Valsugana. Nella prossima conferenza dei sindaci della Bassa Valsugana e Tesino sarà, infatti, portato il documento che i primi cittadini della Valbrenta hanno mandato al premier Matteo Renzi, e per conoscenza al governatore Luca Zaia, chiedendo di inserire nel decreto “Sblocca Italia” il vecchio progetto di ammodernamento della Statale 47, in sostituzione del project financing Nuova Valsugana. Una soluzione condivisa anche dai sindaci della Valsugana e dalla Comunità di valle, che sicuramente appoggeranno il documento inviatogli dai colleghi veneti.
In particolare nella lettera il presidente dell’Unione Montana Valbrenta Luca Ferazzoli, a nome anche dei sindaci di San Nazario, Valstagna, Campolongo sul Brenta, Solagna, Pove del Grappa e Cismon del Grappa, ricorda come da quarant'anni le amministrazioni della Valbrenta sono impegnate a trovare un accordo sul miglioramento della superstrada che collega Bassano a Trento. L'opera, da sempre considerata essenziale per la vivibilità dell'area, trovò concrete possibilità di realizzo nel 1999, quando Regione, Provincia, Anas, Comunità montana e i Comuni dell'area insieme a Bassano sottoscrissero un protocollo d'intesa per l'individuazione del tracciato definitivo della variante della Statale 47 al fine di valutare «La fattibilità tecnica del tracciato prioritariamente con l'ipotesi di costruzione di due o più gallerie in sinistra Brenta tra Rivalta e Pian dei Zocchi (a San Nazario) e Pove e raccordo con la Tangenziale est di Bassano».
Sulla scorta di tale protocollo è stato redatto un progetto preliminare, condiviso da tutti gli enti locali, costato circa 1,7 milioni di euro e direttamente finanziato dalla Regione, dalla Provincia e dall’Anas ed inserito da quest'ultima nel piano di investimenti 2007-2011. Un intervento che riguarda la sostanziale messa in sicurezza ed adeguamento del tracciato, con la realizzazione di gallerie nei punti più critici. Un intervento limitato. E pubblico, di proprietà statale. Nessun project financing, nessun interesse privato, nessuna superstrada, nessun pedaggio. Quello che anche nella Valsugana trentina si chiede.
Un progetto però bloccato dall'approvazione da parte della Regione, nel 2009, della proposta di progetto di finanza della Nuova Valsugana da 700 milioni inoltrato da un associazione di imprese tra cui la Mantovani spa.
Intanto domenica a Romano d'Ezzelino andrà in scena il secondo "No Nuova Valsugana e no traforo del Grappa", organizzato da associazioni e comitati per appoggiare i sindaci della valle e opporsi al project financing. Progetto su cui c'è l'ombra delle mazzette: alla procura di Venezia, che sta indagando sulle tangenti legate al Mose, l'ex presidente della Mantovani, Baita, ha citato anche l'ottenimento del via libera alla Nuova Valsugana fra i risultati che sarebbero stati facilitati grazie ai contributi versati all'ex governatore veneto Galan.
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