il caso

Si finge cugino della regina, truffato avvocato trentino

Il noto professionista ha denunciato un giovane marocchino che si è fatto dare 40 mila euro per un investimento fantasma



TRENTO. Di quel giovane si fidava. Gli sembrava un tipo sveglio e intraprendente. E poi gli prospettava un buon affare. Non sapeva che si sarebbe infilato in una disavventura che gli sarebbe costata cara, almeno 40 mila euro. E dire che lui è uno che di truffa e raggiri se ne intende. E' un avvocato trentino che ha denunciato per truffa un marocchino di 22 anni. La vicenda è finita davanti al giudice Carlo Ancona dopo che il pubblico ministero Marco Gallina ha chiesto l'archiviazione. Il giudice ha rimesso gli atti alla Procura perché stabilisca se c'è incompetenza territoriale.

La vicenda ha inizio nel 2012 quando l'avvocato conosce il giovanotto. Il professionista all'epoca viveva in un paese in Paganella e il giovane marocchino lavorava in un albergo proprio davanti a casa sua. I due si conoscono e diventano amici, o almeno così crede l'avvocato. Dopo qualche mese, il giovane propone al professionista di mettere in piedi insieme un'attività di import export con il Marocco. Laggiù ci sono molte cose da fare e con un po' di spirito di iniziativa si possono guadagnare molti soldi, specie nel settore dell'edilizia. Ecco così che l'avvocato va in Marocco. Il giovanotto intraprendente gli presenta un po' di persone importanti del suo paese, tra queste anche il direttore della banca del posto, una cittadina poco lontana da Casablanca, e anche un uomo che avrebbe assicurato legami ad altissimo livello visto che viene presentato come il cugino della regina del Marocco. L'avvocato ci crede e fonda una società di diritto marocchino insieme al giovane. La società doveva fare import export di attrezzi per l'edilizia come gru, betoniere e cose del genere, il professionista figurava come socio di capitali e il giovane come amministratore.

Una volta tornato in Italia, l'avvocato inizia a staccare assegni. Versa di continuo soldi al suo socio. Soldi che dovrebbero servire dapprima a comprare un terreno e poi a costruire un capannone. Assegni su assegni. Tanto c'era il direttore di banca che rassicurava dal Marocco. Dopo qualche mese però, al legale trentino vengono i primi dubbi. Così inizia a fare verifiche. Vede che ci sono delle incongruenze nelle parole del socio. Allora decide di andare in Marocco e verifica di persona che quanto gli ha raccontato il giovane marocchino è falso. Non c'è nessun terreno, non c'è nessun capannone. I soldi sono svaniti. Il giovanotto li ha usati per comprarsi un terreno per sé. Così l'avvocato inizia a telefonare e registrare. Raccoglie le prove della truffa subita. Infine presenta denuncia per truffa alla Procura di Bolzano, visto che i soldi venivano consegnati per lo più in Alto Adige. La Procura indaga, ma poi trasferisce tutto a Trento perché si dichiara incompetente. A Trento chiedono l'archiviazione, ma l’avvocato ha fatto opposizione. La questione è finita sul tavolo del giudice Carlo Ancona che ha fatto ripartire tutto da capo.













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