Sequestrato e picchiato nella sua villa
Vittima della brutale aggressione Ottavio Vicentini, 75 anni, che abita in viale Zugna. I banditi hanno poi avvisato il 118
ROVERETO. Un assalto in piena regola. Un assalto probabilmente studiato, di certo portato a segno con determinazione e brutalità degne di delinquenti incalliti e senza scrupoli. Vittima un settantacinquenne roveretano, aggredito, picchiato, legato e rapinato da due energumeni incappucciati che poco prima si erano introdotti nella sua bella casa di viale Zugna, sulla collina della città.
L’incubo di Ottavio Vicentini - questo il nome dell’anziano preso di mira dai banditi -, titolare di un’impresa di pitture e rivestimenti plastici, ha avuto inizio attorno alle 19.30, quando l’uomo ha avvertito dei rumori provenire dal portoncino d’entrata al piano terra dell’abitazione. Una volta sceso dal primo piano, Vicentini ha subito capito che qualcuno stava tentando di aprire la porta e, ad alta voce, ha chiesto chi fosse. «Siamo giornalisti! Vogliamo intervistarla» è stata la risposta arrivata da una voce senza volto al di là dell’uscio. Giornalisti che nel tardo pomeriggio della giornata di Pasqua tentano di entrare nella casa di un anziano per intervistarlo? Vicentini non ha abboccato nemmeno per un istante e, sempre a gran voce, ha invitato gli sconosciuti ad andarsene, ad allontanarsi in fretta da casa sua.
Invito che i misteriosi “intervistatori” sembravano aver prontamente raccolto, visto che i rumori erano cessati e così come gli evidenti tentativi di aprire il portone. I timori e la curiosità del padrone di casa, però, erano rimasti e così, passato qualche minuto, l’anziano ha preso una pila e, fattosi coraggio, è uscito dall’abitazione. Con il piccolo faro della torcia elettrica ha compiuto un giro tutt’attorno all’edificio e poi, sinceratosi che non vi fosse nessuno, è rientrato in casa, chiudendo a chiave il portoncino. Balordi? Qualche buontempone o ragazzini in vena di scherzi idioti? Il pericolo sembrava passato e Ottavio s’è messo ai fornelli per prepararsi la cena quando, all’improvviso, è mancata l’energia elettrica. Senza pensarci un secondo, il settantacinquenne ha percorso nuovamente la rampa di scale verso il pian terreno e s’è avviato verso il pannello dei contatori per ripristinare il collegamento alla rete. Lì, approfittando del buoi, lo stavano aspettando i due banditi che lo hanno colto di sorpresa alla spalle. Pugni e calci a cui Vicentini ha reagito con vigore, dando il via ad una breve colluttazione al termine della quale, purtroppo, ha avuto la peggio. Tramortito e sanguinante, il settantacinquenne è stato trascinato al primo piano, legato, imbavagliato e lasciato sul divano mentre i due malviventi - che indossavano entrambi passamontagna e guanti neri - mettevano a soqquadro l’abitazione, forse alla ricerca di un tesoro che non c’era. Alla fine, dopo aver arraffato qualche anello d’oro, i rapinatori se ne sono andati, portando con loro anche le chiavi di casa e il telefono di Vicentini. E proprio con il cellulare della loro vittima, i delinquenti hanno compiuto un gesto inatteso: uno dei due ha chiamato il 118 per segnalare la presenza nell’abitazione al civico 15 di viale Zugna di uomo ferito, vittima di una rapina. La centrale di Trentino Emergenza ha subito contattato il Commissariato di Rovereto che ha inviato una volante all’indirizzo segnalato dall’anonimo. Lì, gli agenti si sono imbattuti in Vicentini, che era riuscito a liberarsi dai legacci ed era subito sceso in strada in cerca d’aiuto. L’uomo è stato condotto al Pronto Soccorso, dov’è stato trattenuto per tutta la notte e sottoposto ad una lunga serie di esami. I sanitari hanno anche applicato anche sei punti di sutura sulla ferita rimediata all’arcata sopraccigliare destra durante la furibonda lotta con i malviventi. Subito sono partite le indagini, guidate dal dirigente del commissariato Leo Sciamanna e coordinate dal sostituto procuratore Fabrizio De Angelis, per risalire agli autori del brutale blitz.
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