Senzatetto, l’appello di Tabita: «Servono sacchi a pelo»
Il centro di raccolta e distribuzione per i senza fissa dimora rilancia la raccolta per chi vive in strada: «Fa freddo e lo farà ancora per molto. Vanno bene anche coperte, trapunte, piumini»
TRENTO. «L'ideale sono i sacchi a pelo che proteggono da tutti i lati, ma ottime sono anche coperte, trapunte, piumini». Tabita, il centro di raccolta e distribuzione di beni per i senza fissa dimora di Trento torna a lanciare un appello e lo fa attraverso i canali social: «Fa freddo e lo farà ancora per molto. Pensate a chi dorme in strada e portate quello che potete, ce n'è bisogno!».
Il centro è in Corso Tre Novembre 120, aperto per la raccolta il giovedì con continuato dalle 9 alle 19.30.
Per informazioni si possono contattare i seguenti numeri + 39 3512437734, 3311915678 o scrivere a tabitainfo2021@gmail.com.
Da maggio 2022 Tabita effettua anche la distribuzione di vestiario maschile.
Il magazzino di Trento è affittato da privati e si sostiene attraverso le donazioni.
L’appello di Tabita arriva dopo settimane in cui molto si è parlato delle decine e decine di persone che dormono sotto i ponti in città. Con una lettera aperta gli attivisti dell'Assemblea antirazzista si sono rivolti all'arcivescovo di Trento Lauro Tisi per chiedergli di intervenire in aiuto di queste persone persone, in massima parte richiedenti asilo, mettendo a disposizione l’ex convento dei Cappuccini alle Laste. "Da settimane queste persone cercano con dignità di far sentire la propria voce. Le abbiamo accompagnate due volte sotto il Comune di Trento e la sede della Provincia. Chi di noi ha potuto, ha aperto ad alcuni di loro le proprie case, altri li hanno assistiti nelle pratiche burocratiche e in ospedale, perché tra loro vi è chi ha una condizione di salute già precaria e ogni giorno c'è qualcuno che si ammala", si legge nella lettera.
Dal 31 dicembre la Diocesi ha messo a disposizione 30 nuovi posti letto a Casa San Nicolò a Ravina, dove è stato allestito un dormitorio temporaneo per rinforzare la rete delle altre strutture di accoglienza notturna. La Diocesi e la Fondazione Caritas diocesana hanno curato l'allestimento, mentre la Provincia con la Protezione civile ha definito l'organizzazione e la gestione del dormitorio grazie al coinvolgimento dei volontari della Croce Rossa; il Comune di Trento in collaborazione con il Centro Astalli si è occupato dell'individuazione del gruppo di persone che saranno ospitate a S. Niccolò.