Senato, a un passo l’intesa con l’Upt

Sì al sostegno a un governo di centrosinistra con il Pd Il collegio di Trento conteso da Democratici e Patt


di Chiara Bert


TRENTO. È in dirittura d’arrivo l’accordo tra le forze del centrosinistra autonomista sui collegi del Senato. Dopo giorni di impasse, il patto politico siglato venerdì a Roma tra Pd-Patt e Svp ha aperto la strada ad un allargamento anche all’Upt. A rendere complicata l’intesa con il partito di Dellai è il fatto che quest’ultimo, guidando alla Camera la lista di Monti, è a tutti gli effetti un competitor del Pd (più Patt e Svp) che sostengono la candidatura di Bersani.

Ieri i rappresentanti di Pd-Upt-Patt e Svp si sono incontrati a Trento, nella sede dei Democratici, presenti Michele Nicoletti e Roberto Pinter per il Pd, Flavia Fontana, Giorgio Lunelli e Vittorio Fravezzi per l’Upt, Franco Panizza, Ugo Rossi e Carlo Ganarin per il Patt e Daniel Alfreider per la Svp.

Per ricomporre al Senato la coalizione che governa la Provincia si è dunque cercata una formula sufficientemente larga, ovvero l’impegno - da parte del candidato montiano - a sostenere dopo le elezioni un governo di centrosinistra che includa il Pd. Bersani dunque non viene citato, ma quello che il «test» trentino prefigura è un’alleanza - dopo le elezioni - tra Democratici e centristi per il governo del Paese. «Non ci infileremo in bizantinismi - assicura Vittorio Fravezzi - tutti siamo d’accordo nel lavorare perché non vadano al governo Berlusconi e la Lega».

Ma se l’accordo politico è sostanzialmente raggiunto, occorre ancora trovare quello sulla ripartizione dei collegi. Il Patt ieri è tornato a rivendicare con forza il collegio di Trento per il suo segretario Franco Panizza, che è originario della val di Non. Ma su Trento punta anche il Pd, che qui spenderebbe come candidato Giorgio Tonini, indicato dalla segreteria nazionale e giudicato un nome di sintesi dagli alleati. «Io non mi candido fuori collegio - insiste Franco Panizza - se Tonini ha rilevanza nazionale può candidarsi anche su Rovereto. Il Pd non scarichi sul Patt i suoi problemi interni». E Panizza si dice pronto, se non ottenesse il collegio di Trento, a candidarsi alla Camera (quarto nella lista Svp), creando a quel punto una concorrenza diretta a Dellai.

Per quanto riguarda l’Upt, Giorgio Lunelli e Fravezzi hanno detto che «l’alleanza funziona dove tutti i partiti della coalizione possono dare il meglio di sè» e che «la preferenza dell’Unione, partito non localista che risente del voto di opinione, va ai centri urbani dunque ai collegi di Trento e Rovereto». Il confronto è stato aggiornato a dopo il weekend, dopo i rispettivi passaggi interni di partito, a cominciare dalle assemblee di collegio del Pd (con Rovereto che rivendica un suo candidato).

Schierati a favore dell’accordo di coalizione sul Senato anche i socialisti, che alla Camera invitano a votare Pd nell’ambito - sottolinea il segretario provinciale Alessandro Pietracci - di un’alleanza «amica dell'autonomia trentina», «affermazione che non si può fare per le altre coalizioni tra cui il polo di Monti che è ondivago: «Per i collegi senatoriali riteniamo opportuno trovare un accordo che non può essere però una semplice spartizione dei posti, ma un’ occasione di confronto nel merito dei programmi».

Un no arriva invece da Andrea Zambelli, segretario regionale dell’Udc che sostiene Monti: «La chiarezza è offrire una proposta unica alla Camera e al Senato, un accordo dell’Upt con il Pd al Senato comprometterebbe la corsa delle liste Monti. Ci auguriamo che ciò non avvenga».













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