il racconto

«Sei ore persa nel bosco, che terrore»

Parla Gemma Zeni, la donna che si era smarrita domenica a Passo Coe ed è stata ritrovata sana e salva in piena notte


di Paolo Tagliente


ALA. La batteria del telefonino che si scarica, una scelta sbagliata e poi il panico. Sono state lunghissime ore di terrore quelle vissute domenica sera da Gemma Zeni, cinquantanovenne originaria di Avio, ma residente ad Ala, che era salita a raccogliere funghi con il marito Sergio a Passo Coe e poi si è persa nei boschi della zona. Una bruttissima avventura con il lieto fine che Gemma, comprensibilmente ancora scossa, ha raccontato ieri al nostro giornale. «Saliamo spesso a Passo Coe in cerca di funghi – spiega – e conosciamo bene la zona». Cos’è successo domenica? «Ad un certo punto, io e mio marito ci siamo divisi, perdendoci di vista. Lui mi ha mandato un messaggio per dirmi che ci saremmo ritrovati sulla strada da cui poco prima c’eravamo inoltrati nel bosco, ma il mio telefono era scarico e non ho visto il suo sms».

Poi cos’è accaduto? «Io ho commesso un errore e anziché tornare sulla strada, mi sono inoltrata nel bosco. E dopo un po’, non riuscendo più a trovare mio marito, mi sono fatta prendere dal panico. Non ragionavo più e ho continuato a camminare, coprendo una distanza davvero notevole. Tanto che ad un certo punto mi sono trovata in un bosco di faggi. “Faggi? A Passo Coe non ci sono faggi!” mi sono detta».

Gemma prosegue ancora e arriva sul bordo di un pendìo, scendendo per qualche metro e fermandosi addosso a un grosso faggio, incapace sia di salire che di scendere. Ormai il sole stava per tramontare e Gemma era terrorizzata. «Ero talmente spaventata – racconta – da non riuscire nemmeno a muovere le gambe. Mi è passata tutta la vita davanti agli occhi. Sono stati momenti interminabili e terribili». Nel frattempo, il marito di Gemma aveva lanciato l’allarme e l’imponente macchina dei soccorsi si era messa in moto. «Ho visto l’elicottero in cielo – prosegue Gemma – ma non poteva vedermi e questo mi ha gettato ancor più nello sconforto. Sentivo le urla di mio marito, che mi chiamava, ed ho anche risposto, ma lui non mi ha sentita». Lo sconforto assale la donna che teme di dover passare la notte nel bosco.

«Temevo che so spendessero le ricerche per riprenderle all’indomani. Poco prima mi ero imbattuta in un camoscio e in due caprioli, ma non ho paura degli animali né di stare da sola. Come sempre avevo con me una felpa e non avrei certo patito più di tanto il freddo della notte, ma lampi illuminavano il cielo e temevo iniziasse a piovere: allora sì che sarebbero stati guai grossi». Ma si sbagliava: i soccorritori - i vigili del fuoco e uomini del soccorso alpino delle stazioni di Ala, Rovereto e dell'altopiano - riescono a ritrovarla e a raggiungerla nell’impervia zona verso il passo della Borcola in cui era arrivata nel disperato tentativo di trovare punti di riferimento per raggiungere il marito.

Gemma scende con loro a piedi e può riabbracciare il marito. «Sono stati meravigliosi e sarò loro sempre grata» conclude Gemma che nonostante i calmanti non è riuscita a chiudere occhio e che ieri, pur di riuscire a pensare ad altro e con le gambe indolenzite dalla fatica, ha voluto andare al lavoro alla Zetaplastic di Avio. Andrà ancora per funghi? «Certo, ma resterò vicinissima a mio marito e comunque, per un bel po’, non voglio nemmeno sentir parlare di boschi».













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