Sei cani di razza golde retriever uccisiin un incendio doloso a Trento
Il rogo in un capanno di proprietà di un anziano
TRENTO. Forse voleva essere «solo» un dispetto. La conseguenza, però, è stata che sei cani, sei golden retriever, sono morti nell’incendio che ha distrutto, venerdì sera, un capanno in via Santissimi Cosma e Damiano a Piedicastello. Per gli animali non c’è stata possibilità di fuga.
Per Sergio Barbato, colonnello dei carabinieri in pensione di 77 anni e la moglie, i proprietari dei cani, un dolore profondo. Loro agli animali erano molto affezionati. «All’inizio - racconta la signora Barbato - avevamo un maschio e una femmina. Poi, circa sei anni fa, sono arrivati 11 cuccioli. Un po’ li abbiamo regalati ad degli amanti dei cani e gli altri li abbiamo tenuti noi. Poi tempo fa un uomo ci ha chiesto di custodire per un po’ la sua Lola, anche lei un golden retriever, e alla fine l’abbiamo adottata. Un anno fa, però uno dei cani è morto, avvelenato».
Tutti e sei i cani vivevano assieme in un capanno che la coppia aveva affittato da tempo. In posizione comoda si trova a pochi metri di distanza dall’abitazione. «Erano dei cani buonissimi - raccontano i vicini - che non hanno mai dato fastidio a nessuno». Un quadro idilliaco quasi, che è bruscamente rotto venerdì sera. L’allarme incendio è arrivato alla centrale dei vigili del fuoco di Trento, poco prima delle 23 di venerdì sera. Per permettere l’intervento via Brescia è stata chiusa al traffico ma la velocità e la perizia non sono bastate per salvare la vita ai sei animali. «Se volevano fare solo un dispetto - commenta ancora la signora - potevano aprire la porta e far scappare i cani che si sarebbero salvati».
A quanto pare è scontata l’origine dolosa del rogo anche se per avere la ricostruzione di quanto successo sarà necessario attendere la perizia dei vigili del fuoco. Difficile però pensare che si tratti di un corto circuito visto che nel capanno (che ha una superficie di circa 200 metri quadrati) non c’è l’energia elettrica e la stufa legna era da tempo che non veniva accesa. Questo significa che qualcuno ha voluto appiccare le fiamme e saranno i carabinieri a dover individuare chi è stato. Le ipotesi si possono fare ma sono solo ipotesi. «Magari i cani hanno dato fastidi a qualcuno - spiega ancora la signora Barbato - ma l’unica cosa che facevano era abbaiare quando qualcuno passava lungo la strada. Solo questo».
Nei giorni scorsi c’è stato anche un episodio che ha in comunque con quello di venerdì sera l’incendio. Un paio di settimane fa, infatti, alcuni extracomunitari che bivaccano sotto il viadotto, ad una cinquantina di metri di distanza, hanno incendiato le tende di altri stranieri. E quindi il rogo dell’altra sera potrebbe essere la risposta. Solo che a farne le spese sono stati i sei cani.
Tornando all’incendio, l’allarme è stato dato pochi minuti prima delle 23 da un automobilista di Lavis che ha notate il rogo. «Le fiamme erano altissime - raccontava ieri mattina Franco che abita ad una cinquantina di metri di distanza, in linea d’aria, dal capanno dei cani - facevano impressione. Mi dispiace molto per i Barbato. Erano molto affezionati ai cani che erano veramente buoni. Io ho il capanno vicino al loro e non mi hanno mai dato problemi».
Il lavoro dei pompieri è finito verso le 2 di notte quando sono stati recuperati i corpi degli animali. Ieri pomeriggio Sergio Barbato è andato negli uffici dei carabinieri per presentare la forma denuncia per quello che è successo. E nel farlo ha raccontato tutto quello che riguarda i suoi animali e anche i sospetti che ha. Sospetti da verificare