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«Se ci ammaleremo sarà colpa vostra»

Biomassa a Novaledo, il presidente di Konsumer Italia: «Lo scriveremo alla Provincia con una lettera firmata dai cittadini»


di Franco Zadra


NOVALEDO. Cosimo Cordaro, presidente regionale di Konsumer Italia, ha proposto una raccolta di firme a calce di una lettera preparata per rispondere alla domanda di alcuni cittadini di Novaledo: «Se un giorno ci ammaleremo, chi ci ripagherà per questi danni?». E' accaduto al termine della sesta serata informativa del fronte dei comitati “No biomassa” contro la delibera provinciale che autorizza l'attivazione di un impianto di trigenerazione a biomasse che alimenterà la produzione della Menz & Gasser. «Un pool di avvocati - ha detto Cordaro - ha preparato una lettera che invieremo alle amministrazioni provinciali e locali, in cui li diffidiamo dalla costruzione dell'impianto e li avvisiamo che qualora riscontrassimo danni alla salute nostra o dei nostri cari li riterremo responsabili. Non ci fermiamo e proseguiamo la nostra battaglia per cercare di fermare l'impianto a biomassa».

Il cuore della denuncia dei comitati affiancati da Konsumer Italia era però scritto in uno striscione all'inizio dell'incontro davanti al municipio: “Business elettrico non sulla nostra pelle”. «Non è corretto dire – ha detto Paolo Offer, attivista dei comitati – che siamo contro l'ampliamento della Menz&Gasser. Noi siamo contro il bruciatore a biomasse che ci sparerà 19mila tonnellate di polveri all'anno in una valle tanto stretta come la nostra solo per guadagnare sulla vendita di energia elettrica». «Un impianto come questo – ha detto al Trentino Valter Tomio – inquina e sicuramente l'inquinamento di queste sostanze, come asserisce l'Organizzazione mondiale della sanità, porta a un incremento di malattie invalidanti, mortali tipo cancro o tumore di Hodgkin, Parkinson, Alzheimer, di cui mi sono informato leggendo testi di medicina che incontrano l'avallo dell'Oms».

Dopo una breve liturgia che ha visto alcuni esponenti dei comitati deporre in terra davanti al semicerchio dei quasi 200 convenuti, 447 bandierine tricolori con nomi di fantasia riferibili a bambini residenti a Novaledo e dintorni «per ricordare che il pesante carico di inquinamento prodotto dal bruciatore della Menz&Gasser se realizzato, colpirà non solo la nostra salute ma anche e soprattutto quella dei nostri bambini», il gruppo si è ritrovato in Casa Zen dove ha potuto riascoltare l'esposizione del perito Giacomin, presentato dal conduttore come «uno dei massimi esperti tecnici in materia di combustione a biomasse», la breve analisi di don Gabriele Scalmana, della diocesi di Brescia, alla luce dell'enciclica Laudato Sì, precedute dal resoconto fornito dalla signora Camilla, il cognome non è stato detto, unica tra i protestanti del 23 luglio a Roncegno a partecipare alla serata informativa con l'assessore Gilmozzi, esponenti dell'Appa, i vertici della Menz&Gasser e l'amministrazione comunale.

A quella serata i comitati erano stati invitati a sedersi al tavolo del confronto, ma avevano preferito rimanere all'esterno per protestare e chiedere le dimissioni di Gilmozzi. In base a quel rapporto e alla documentazione prodotta dall'azienda, Giacomin ha osservato come nell'esposizione del 23 luglio vi siano state «un insieme di piccole inesattezze che però alla fine possono pesare in maniera importante e dimostrano una certa superficialità nell'approccio utilizzato per autorizzare un impianto di questo tipo». «Bruciare quando non necessario – ha detto don Scalmana – come pare sia il progetto della Menz&Gasser, è male e moralmente un peccato grave. L'energia va recuperata da altre fonti. Voi siete su una lente geotermica interessante, nel sottosuolo trovate calore gratis, ma anche il sole è gratis. È una questione di testa».













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