Scrivere è memoria

«Libri contro la rimozione e l'oblio» Bassi: esempio di volontà e fantasia


Elisabetta Brunelli


Pubblico caliente ieri all'auditorium di Trento per la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in Lingue e letterature moderne euroamericane alla scrittrice. Un uomo inneggia al Cile e a Isabel Allende. Tre donne si alzano e sventolano una bandierina del Paese. L'evento organizzato dall'Università di Trento è un tripudio di applausi e acclamazioni. Applausi anche quando, facendo riferimento al governo Bush, parla di «sei anni della disgraziata presidenza». Lei ringrazia per l'accoglienza e per il calore. Con il suo sorriso, con gesti di saluto e con parole di stima per l'Università di Trento e per i lettori. E soprattutto con la sua sensibilità e la sua carica femminile. Donna esiliata. Donna amante. «Non c'è niente di più sensuale - dice nella lectio magistralis - di una storia narrata con passione tra lenzuola fresche di stiratura». Ancora: «Raccontare per me è un'esperienza totale, come fare l'amore con l'amante perfetto».

Donna mamma e nonna che trascorre ore al computer a scrivere: «Perché lo faccio? Non lo so. E un'esigenza naturale, come il sonno o la maternità». Donna che sceglie di stare dalla parte dei deboli: siano gli indigeni o le scrittrici. «Noi donne - afferma - dobbiamo ancora sgomitare per farci strada negli inaccessibili circoli letterari». La cerimonia si è aperta con l'ingresso del corteo accademico (direttori di dipartimento, presidi, prorettori, la laureanda, il preside della facoltà, la docente della laudatio e il rettore: tutti in toga) sulle note del”Gaudeamus igitur” eseguito dall'ensemble Zandonai. Il rettore Davide Bassi ha sottolineato che uno degli scopi della laurea honoris causa è riconoscere «l'entusiasmo e la dedizione che una persona ha dedicato al lavoro». E ha aggiunto: «Isabel Allende è l'esempio di quanto si può realizzare con la volontà e con la fantasia». Il preside di Lettere e Filosofia Fabrizio Cambi, che ha dichiarato di essere un lettore della Allende, si è soffermato sulla salvaguardia e la valorizzazione della memoria. «Ho sempre colto la sua scrittura - ha detto - come un antidoto alla rimozione e all'oblio».

Ha parlato di una scrittura «resistenziale» in un mondo sempre più globalizzato, rapido e «disumanato». Della letteratura come luogo della memoria ha parlato Elena Liverani nella laudatio, al termine della quale il rettore Bassi ha consegnato il diploma alla Allende. «La scrittura per me è un disperato tentativo di preservare la memoria» ha esclamato la neolaureata. «Ciò che non scrivo viene cancellato dall'oblio». A ancora: «Probabilmente se la mia vita fosse tranquilla e serena non saprei cosa scrivere. Nella memoria conservo solamente avventure, amori, lutti, separazioni, canti e lacrime, sconfitte memorabili e successi inattesi; le inezie quotidiane non hanno spazio. Quando parlo del mio passato tendo a ricorrere a termini iperbolici. Il risultato è che ormai non so più distinguere, nella mia versione del passato, che proporzione abbia la memoria e quale l'immaginazione».













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