Scopre dopo 70 anni che la casa è costruita su terreno comunale
Gino Anesini l’aveva ampliata con regolare licenzia edilizia Ora il Comune gli venderà quello che di fatto è suo dal 1939
PERGINE. Si è trovato, scoprendolo da un giorno all’altro, con la propria casa di abitazione costruita sul terreno del Comune. Questo a distanza di oltre 70 anni dal giorno in cui suo padre l’aveva acquistata. Nel frattempo l’aveva ampliata con regolare licenza edilizia del Comune, aveva pagato l’Ici e quest’anno anche l’Imu. Il tutto in pieno centro storico (in vicolo delle Garberie, a due passi dal municipio) a Pergine. Protagonista, Gino Anesini, ex operaio Isi, e da sempre artigiano del ferro dalle mani d’oro viste le sue realizzazioni.
«La mia è stata una sorpresa totale - ci ha detto ieri raccontandoci la vicenda - quando mi hanno detto che la casa era su terreno comunale. Sorpresa che si è trasformata subito in una preoccupazione unica. Non ci dormivo quasi più».
Il caso è finito all’esame della giunta che ha risolto il problema in pochi minuti. Con un provvedimento ha deciso di avviare la procedura per vendere a Gino Anesini, la parte di terreno di sua “proprietà”. Il tutto ha preso avvio quando Gino Anesini ha deciso di sistemare appunto le sue proprietà (con la sorella e i figli). Una decisione assunta per evitare problemi a carattere ereditario.
«La casa – dice - l’aveva acquistata mio padre nel 1939. Era un mulino e ricordo che sulla facciata prospiciente vicolo della Garberie era rimasta per anni la scritta Walzmuhle. L’edificio originario risale ai primi del 1800 e qualcosa, esattamente non lo so. Appunto funzionava da mulino».
L’edificio, originariamente, era stato costruito sul canale macinante proveniente dal Fersina e che attraversa Pergine per finire nel lago. La corrente della roggia rappresentava una fonte indispensabile per molte attività: appunto mulini, fabbri, concerie, lanifici, filande... Con le caratteristiche ruote forniva forza motrice e quindi rappresentava una fonte di reddito per molte famiglie. Ora non più. Tutto è fermo, in disuso e anche il canale macinante è in gran parte demolito e inutilizzabile. Con qualche curiosità.
Il mulino nel vicolo delle Garberie era stato costruito (nel 1800) sopra il canale macinante, come ramo principale, ma anche la derivazione era sulla “proprietà” del mugnaio. Con l’acquisto da parte della famiglia Anesini, la ruota cessò di girare, l’acqua continuava a scorrere a scopi soprattutto irrigui, provocando infiltrazioni e allagamenti, come in numerose altre abitazione vicine. Così, una trentina di anni fa, il tratto di roggia venne sistemato e intubato: il Comune provvide ai materiali, Gino Anesini con la mano d’opera; nel guardino abbellì il tutto con piastre in porfido. Poi Gino Anesini chiese di ampliare e sopraelevare l’edificio: tutto concesso regolarmente. L’altro giorno la “sorpresa”. Nel frattempo, venne anche la rete del metano che l’allora Amea realizzò con la condotta principale dentro nel canale macinante nel tratto in vicolo delle Garberie, davanti all’abitazione degli Anesini.
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