«Scambio uffici-consegna, così tratteremo con Poste»
Trento non seguirà il modello Bolzano. Rossi: «La distribuzione è un servizio che non compete a noi. Pronti a ragionare sui centri multiservizi nelle valli»
TRENTO. Per scongiurare la consegna della posta a giorni alterni (Trentino di ieri), la Provincia di Trento non seguirà quella di Bolzano, che - sulla base della sua delega in materia - sta trattando con Poste Italiane per finanziare di tasca propria il servizio (10-15 milioni di euro all’anno) in modo da garantire la consegna della posta cinque giorni a settimana, e sei giorni il recapito dei giornali. Il governatore trentino Ugo Rossi lo dice senza giri di parole: «La distribuzione della posta è un servizio universale che deve garantire lo Stato, lo confermano anche le recenti prese di posizione del parlamento europeo. I cittadini devono saperlo, chi non sta facendo la propria parte è qualcun altro, non siamo noi».
Fatta questa premessa, Rossi delinea la strategia che Piazza Dante intende portare avanti nella trattativa che si aprirà con le Poste: di fatto uno scambio, una sinergia tra servizi. «Il nostro piano - spiega - è quello di valorizzare la presenza dei centri multiservizi sul territorio, facendoli diventare anche centri di distribuzione della posta. È una cosa diversa dalla distribuzione capillare casa per casa - ammette il presidente - ma le due cose potrebbero integrarsi. Noi potremmo dare una mano alle Poste sotto il profilo degli uffici, e chiedere dall’altra parte che il servizio di consegna possa essere assicurato».
Un disegno questo che era già stato ipotizzato un anno e mezzo fa, dopo la chiusura di alcuni sportelli postali, dall’assessore Alessandro Olivi, che aveva parlato di un'alleanza di sistema tra Poste e Cooperazione, le Casse Rurali e le Famiglie cooperative sparse nelle valli, per creare dei centri servizi e fare massa critica. «In questi mesi abbiamo tenuto i contatti con la direzione delle Poste per capire i piani di razionalizzazione legati soprattutto al tema degli uffici», spiega Rossi. «Sappiamo che c’è stato uno slittamento dei possibili accorpamenti, quindi per ora in Trentino non ci saranno altre chiusure di sportelli». «C’è poi un ragionamento in corso sulla distribuzione. Noi abbiamo chiesto da tempo di essere informati, avremo un incontro tra una decina di giorni con i responsabili di Poste a Roma per cercare di capire come intendono organizzarsi, ci andrò anche con il presidente del Consiglio delle autonomie Paride Gianmoena».
Il governatore ricorda che nel 2009 la Provincia di Trento fece una scelta diversa da Bolzano sulle deleghe dallo Stato: «Diversamente da Bolzano abbiamo scelto la competenza su altri servizi da fornire alla popolazione». Rossi si muove con i piedi di piombo: «Per valutare ogni possibile carico di responsabilità da parte nostra, prima dobbiamo capire come le Poste intendono organizzarsi. Sappiamo che il piano dell’azienda è in fase di gestazione. Il piano di Trento è quello di valorizzare la presenza dei centri multiservizi sul territorio, facendoli diventare anche centri di distribuzione della posta. Un’integrazione dei servizi che è ancora in divenire». Prima di anticipare mosse, la Provincia si riserva di conoscere il piano nei dettagli e soprattutto nei tempi: «Io non escludo a priori la possibilità da parte della Provincia di mettere in campo alcune misure - dice Rossi - ma dev’essere chiaro che le Poste non possono pensare di fare come a Bolzano, per cui c’è un trasferimento di responsabilità e di competenze. L’azienda ha fatto delle sperimentazioni del nuovo modello di distribuzione in altre zone d’Italia. È chiaro - osserva il governatore - che in astratto quando un servizio viene a mancare, anche quando è meno utilizzato di un tempo, questo viene sempre vissuto come un depauperamento. Poi magari si scopre che si può arrivare all’obiettivo anche per un’altra strada. Aspettiamo e guardiamoci dentro».
(ch.be.)
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