«Sapevamo che era dura ma vogliamo rivincere»
Miorandi: ora inizia una nuova partita, non partiamo sconfitti né demotivati Valduga: il responso delle urne riflette l’aria che avevamo avvertito in città
ROVERETO. La prudenza di Francesco Valduga e la grinta di Andrea Miorandi si affronteranno al ballottaggio che vale la poltrona di sindaco fino al 2020. E benché i dati non siano ancora completi al momento di andare in stampa, si capisce già che sarà uno scontro testa a testa, come già è apparso al primo turno. Valduga, appena arrivato al quartier generale dei civici, non canta vittoria anche se i dati gli assegnano un lieve vantaggio. «I dati sono un po’ frammentati, sembra che siamo davanti di poco» commenta a caldo. Però su chi andrà al ballottaggio non ci sono dubbi. «Credo che per certi versi fosse nell’aria. Il responso delle urne corrisponde un po’ a quello che si avvertiva in questi giorni girando per la città. La sensazione era che al ballottaggio saremmo andati io e Miorandi e i primi dato sembrano confermarlo». Ancora presto per parlare di apparentamenti in vista del ballottaggio? «Aspettiamo di vedere i dati definitivi prima di fare un ragionamento complessivo. In questo momento è ancora prematuro». Un elemento che fa riflettere Valduga è invece l’affluenza in calo. «Questa disaffezione è un peccato - spiega -, servirebbe più partecipazione».
Andrea Miorandi ha seguito i risultati da casa e solo verso la mezzanotte, quando una buona parte delle 32 sezioni elettorali erano state scrutinate con un responso ormai piuttosto chiaro, ha raggiunto la sede del Pd per seguire lo spoglio fino alla fine. «Sapevamo che la lotta era dura - è il primo commento del sindaco uscente -, ora inizia il secondo tempo. Nel passato si sono verificati diversi ribaltamenti, ricordo Guglielmo Valduga che nel 2005 al ballottaggio vinse contro Maffei. La partita è ancora da giocare, i margini per farcela ci sono». L’obiettivo era però di vincere al primo turno. «Sono realista, sapevo benissimo di partire con una certa zavorra. Per sei mesi si è trascinata la querelle “primarie sì, primarie no”, poi le frizioni nella coalizione. Mi aspettavo di pagare dazio. Ma quella che ci attende tra due settimane è una sfida nuova, ora siamo rimasti in due. Il mio motto è “avanti adesso” e sono un combattente, ci credo fino in fondo, nessuna demotivazione. Anzi, non vedo l’ora di affrontare il mio avversario in un confronto pubblico, lui con il suo programma, io con il mio. Da oggi inizia una campagna robusta, sarà un testa a testa che si deciderà per una manciata di voti, qualche centinaio al massimo. Non partiamo sconfitti, vogliamo vincere come cinque anni fa».
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