Sansoni, ancora guai: ora è accusato di furto e ricettazione
Per il piromane di Lundo è stata richiesta una perizia sulla capacità di stare in giudizio e sull’imputabilità
TRENTO. Per tutti Lodovico Sansoni è il piromane di Lundo accusato e condannato (a 4 anni) per un incendio che nel settembre 2002 distrusse il centro di Lundo nel Lomaso. Ma poi è stato accusato anche di evasione, di furto e di violenza sessuale. Ora il 72enne torna nelle cronache giudiziarie con l’accusa di furto e di ricettazione, episodi avvenuti fra il maggio 2009 e il maggio del 2011. L’udienza è stata rinviata ma è stato dato l’incarico al dottor Bonadiman per una perizia psichiatrica. Perizia che dovrà chiarire se l’uomo è nelle condizioni di stare in giudizio e se sia imputabile.
I reati di cui è accusato hanno in comune il luogo, ossia Madonna di Campiglio e l’oggetto del reato ossia sttrazzatura da cantiere. L’uomo così divrà rispondere del furto die due trapani professionali, un trapano demolitore e un trapano avvitatore che si trovavano all’interno di un cantiere di Pinzolo. E inoltre di uno spaccalegna che invece di trovava all’interno di un condominio di Madonna di Campiglio. Fatti questi avvenuti fra la fine dell maggio 2009 e il dicembre dell’anno seguente. Nello steso capo d’imputazione c’è anche l’accusa di ricettazione per un’importante quantità di materiale da cantiere usato che l’uomo avrebbe preso pur potendo sospettare che fosse provento di furto. In particolare erano stati ritrovati quatto smerigliatrici, una motosega, delle prese elettriche, dei trapani, un demolitore e tanto altro materiale. Ricettazione che è stata accertato nel maggio del 2011. Le due accuse fanno parte dello stesso procedimento, ma prima di entrare nel merito della questione bisognerà attendere le valutazioni del perito sulle capacità dell’uomo.
Sansoni è molto conosciuto nelle aule di giustizia. Il caso più eclatante è stato certamente quello che lo ha visto accusato per l’incendio doloso che si mangiò il cuore del piccolo centro di Lundo. Secondo la ricostruzione degli investigatori, fu Sansoni che diede fuoco al paese utilizzando una tanica di benzina ed agendo in preda alla rabbia nei confronti dell'ex convivente che l'aveva lasciato per un altro uomo. Sette erano state le case distrutte dalle fiamme e una ventina le famiglie evacuate quella terribile notte. L'imputato, che ha sempre negato le accuse è stato condannato a 4 anni (condanna confermata in corte d'appello nel gennaio 2005) per incendio doloso e danneggiamenti, ma la pena si riferiva anche a un furto di gioielli a danno dell'ex convivente e ad un'evasione dagli arresti domiciliari durante il periodo di custodia cautelare successivo all'arresto.
Ci fu quindi l’accusa di violenza sessuale nei confronti di un’ottantenne malata di Alzheimer. L’episodio risale al gennaio del 2002 e non si era consumato totalmente solo grazie all’arrivo del figlio della donna. In questo caso la sentenza, confermata poi in appello, era stata ad un anno e dieci mesi di reclusione.
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