Sanifonds, Rossi sconfessa Plotegher

Il presidente: «Decisione presa. Pensplan darà il supporto» Ai «ribelli» Pd: «Decidano se vogliono governare o no»


di Chiara Bert


TRENTO. «Visto il nomenclatore approvato per Sanifonds, la Regione non può che ritirare il sostegno al progetto. Proseguirà per creare un fondo sanitario integrativo regionale per tutti e non solo per alcuni». Così parlava domenica al Trentino l’assessora regionale alle attività sociali Violetta Plotegher. Il presidente della Regione (e della Provincia) Ugo Rossi ieri mattina ha letto e ha convocato l’assessora alle 9 in presidenza. Poi ha distribuito un comunicato, nove righe per sconfessare la sua vicepresidente: «Nessun disimpegno della Regione su Sanifonds. La Regione non istituirà nessun proprio fondo. È impegnata, e lo sarà anche in futuro, a garantire attraverso Pensplan le attività di servizio necessarie alla gestione amministrativa dei fondi sanitari integrativi che le due Province promuovono sui rispettivi territori. Le modalità con cui la Regione garantirà tale sostegno saranno definite con una norma regionale». Avanti tutta, dunque. Rossi ne fa innanzitutto una questione di metodo: «La Regione non entra nella definizione di politiche sanitarie che competono alle due Province, e la giunta provinciale di Trento ha già preso le sue decisioni da tempo con i datori di lavoro e i sindacati». «Nessuno vuole comprimere la possibilità di dibattito di un consigliere, ma un assessore regionale non può fare obiezioni su ciò che non le compete». Restano però le obiezioni di merito mosse dall’ex assessora provinciale Donata Borgonovo Re (sostituita a luglio da Rossi con Zeni) e da Plotegher: un fondo che consente rimborsi per prestazioni sanitarie già garantite dalla sanità pubblica, con il rischio di una domanda drogata e «conseguenze rovinose per il sistema sanitario provinciale».

Secca la replica di Rossi: «Ci siamo impegnati perché le risorse che oggi affluiscono ai fondi sanitari nazionali restino sul territorio per i nostri cittadini e per favorirne la nascita la Provincia, come datore di lavoro, garantisce una quota che alimenta il fondo come avviene per i datori di lavoro privati». Le prestazioni? «Non è scritto nella pietra che restino queste in eterno, il servizio sanitario potrà adeguarsi a seconda dell’evoluzione della domanda. Il monitoraggio si farà, ma non può essere una questione dirimente rispetto alla direzione di marcia, è bene che il fondo parta e che l’adesione sia convinta da parte dei privati».

Alle 14 Violetta Plotegher è alla sede del Pd per il coordinamento convocato d’urgenza. Di fronte alla sconfessione pubblica del presidente, l’assessora tiene il punto: «Per me esiste un problema insormontabile, non possiamo utilizzare risorse pubbliche a beneficio solo di alcuni cittadini». Una linea diametralmente opposta a quella di Rossi, e dunque? «Io vorrei continuare a fare l’assessora, ma è necessario chiarirsi su chi fa cosa - prosegue - la convenzione di Pensplan con Sanifonds non è possibile, la Regione non è solo un service, deve rendere conto dell’uso delle risorse pubbliche». Alla domanda di quanti soldi si parli, l’assessora risponde: «Sono stati fatti dei calcoli che non mi sono stati consegnati». Aggiunge: «Non si può paragonare Sanifonds alla previdenza complementare che è integrativa, per come è stato costruito il fondo sanitario è invece sostitutivo della sanità pubblica». E conclude: «Pensplan è un ente in house anche della Provincia, sia la Provincia a sostenere Sanifonds». Sull’altro fronte aperto dal Pd, la collocazione del nuovo ospedale su cui Mattia Civico ha presentato un’interrogazione, Rossi ieri è stato altrettanto tranchant: «Il Comune sta ultimando la riflessione, ci incontreremo nelle prossime settimane e chiederemo di prendere atto di una possibilità importante che si è aperta, l’area di Mattarello, visto che si rifà la gara. È lapalissiano che il problema sono i ricorsi, non la nuova localizzazione». E all’ala Pd che contesta Zeni e le scelte della giunta manda a dire: «Devono scegliere se essere forza di governo oppure no. Io sono qui per governare, se c’è un piccolo pezzo che ha in mente un altro obiettivo, lo dica. La discussione ci sta, ma quando le decisioni sono prese è inutile tornarci su cento volte».













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