Salvano la casa grazie al bambino. Che non era ancora nato
La Cassazione ha cancellato l’ipoteca sulla casa di un imprenditore perché c’era il piccolo in arrivo
TRENTO. Sono stati felici due volte. Una coppia di giovani genitori di Cognola quando hanno saputo di attendere un bambino non immaginavano che il piccolo oltre ad allietare la loro vita gli avrebbe anche salvato la casa. Sì, perché proprio grazie al bambino la Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto della famiglia a mantenere la propria abitazione.
Tutto inizia alcuni anni fa. Il bambino non è ancora nato e il padre, un piccolo imprenditore edile che abita a Cognola e ha l’azienda in Vallagarina, inizia ad avere difficoltà economiche. Così chiede alle banche, nello specifico due casse rurali, di allargare il cordone della borsa e di innalzare il fido. Le due banche gli rispondono che si poteva fare, ma che, per ottenere maggior credito, l’imprenditore avrebbe dovuto rinunciare al fondo patrimoniale che proteggeva la propria casa, una palazzina con due appartamenti a Cognola. Il fondo patrimoniale viene istituito con atto notarile e serve a proteggere dai creditori i beni che servono alla vita di una famiglia. Rinunciando al fondo, l’imprenditore avrebbe reso aggredibile dai creditori, in questo caso dalle banche, la sua casa. E infatti, i due istituti di credito non appena l’imprenditore ha tolto il fondo, hanno ipotecato la casa.
Dopo qualche mese, l’impresa invece di andare meglio è andata peggiorando e poi è fallita. Prima, però, le banche hanno cercato di vendere la casa all’asta. A questo punto, però, l’imprenditore si è rivolto all’avvocato Luigi De Finis per opporsi. Infatti, è emerso che al momento della rinuncia al fondo patrimoniale la moglie dell’imprenditore era incinta. L’avvocato De Finis ha quindi presentato opposizione sostenendo che la rinuncia violava i diritti del nascituro a vivere nella sua casa. L’avvocato ha avviato una lunga battaglia prima in Tribunale a Trento dove, però, non è stato riconosciuto il diritto del nascituro a conservare la sua casa. La Corte d’appello di Trento è stata della stessa opinione, ma l’avvocato De Finis è andato fino in Cassazione. La Corte ha riunito alcune cause dello stesso tipo e ha ribaltato le sentenze precedenti riconoscendo il diritto del bambino, anche se in quel momento non era nato, a conservare la casa. Quindi, secondo la Cassazione, la rinuncia al fondo patrimoniale non è valida perché non tiene conto degli interessi del bambino. Quindi l’ipoteca delle due banche sulla palazzina dell’imprenditore non è stata considerata valida.