Saloni cinesi (quasi) tutti in regola
Soltanto un negozio è stato chiuso 14 giorni per un problema di forbici e rasoi
TRENTO. Saloni low cost ma tutto sommato in regola. Il controllo dei carabinieri dei Nas fra alcuni dei saloni di parrucchieri ed estetisti «made in China» della città, ha fatto emergere in un caso un problema (legato a forbici e rasoi e questioni igieniche) che ha portato alla chiusura del negozio per 13 giorni, ma per il resto avevano tutte le carte in regola.
Il controllo è iniziato a metà agosto e ha interessato in particolare due esercizi. In entrambi i casi i militari - che sono specializzati in questioni che attengono le sofisticazioni alimentari ma anche il rispetto delle regole in ambito igienico sanitario - non hanno trovato nulla che non andasse nei prodotti utilizzati. Lacche, tinture, creme, sono tutti di grandi marchi internazioni con la tranquillità (per chi se le fa mettere in testa) che ne consegue. Anche il personale che è stato trovato nelle strutture aveva tutte le abilitazioni e i titoli necessari per fare il lavoro - di parrucchiera o estetista - che stava svolgendo.
Insomma tutto regolare se non fosse stato per i rasoi e per le forbici. Durante l'ispezione all'Oriental hair studio di via Brennero (della stessa società ci sono altri due locali, uno in via Perini e l'altro - l'ultimo aperto - in via Sanseverino) infatti gli strumenti dedicati alle operazioni di taglio non erano custoditi nel modo previsto dal decreto del presidente della Provincia del 2008 che si occupa di regolare queste evenienze. In pratica durante la visita dei carabinieri i rasoi che vengono utilizzati per i tagli erano per terra e attaccati alla corrente. Questo significa che erano pronti per essere usati e non erano finiti sul pavimento perché rotti.
Inoltre le forbici che non erano in quel momento utilizzate dai parrucchieri, si trovavano sui tavolini e non, come previsto dal decreto, «negli appostiti contenitori rigidi». Tutto questo, in base a quanto verbalizzato dai Nas comandati dal capitano Costantino Melonim non rispetta le prassi igieniche che sono state definite sia a tutela dei clienti che degli stessi lavoranti.
La relazione dei carabinieri è passata quindi all'ufficio attività economiche del Comune che ha sua volta a dato il via ad un'istruttoria interna che si è conclusa il primo di settembre con la decisione di chiudere il locale fino al 13 settembre. Chiusura che è stata ottemperata dalla titolare (una donna cinese che vive in città) e quindi il 14 l'attività è ripresa come sempre. Probabilmente prestando maggior attenzione a dove venivano riposti gli strumenti per il taglio dei capelli. Nessun altro tipo di violazione è stata riscontrata e quindi è possibile dire che i due saloni presi in considerazione hanno passato (quasi completamente) l'esame dei Nas.