Rurali, 10 milioni di euro per prima casa e imprese

Le tre Casse (Valsugana e Tesino, Cross e Roncegno) stimolano l’economia locale Pronti 5 milioni per le abitazioni dei soci e altri 5 per ditte locali già loro clienti


di Marika Caumo


STRIGNO. Dieci milioni, una metà per le famiglie e l'altra per le imprese. Due plafond di finanziamento per comprarsi casa o investire nella propria attività. Li mettono a disposizione i tre istituti di credito della valle, che hanno dato vita ad un progetto unitario per stimolare la fiducia di soci e clienti, dando una risposta concreta a chi vuole investire e ora è frenato dai timori per la crisi in atto.

A presentare le due opportunità, presidenti e direttori delle Casse Rurali Valsugana e Tesino (Paolo Zanetti e Paolo Gonzo), Olle-Samone e Scurelle (Luigi Capra ed Enzo Boso) e Roncegno (Marco Hueller e Alberto Rensi).

La prima è indirizzata all’acquisto, nuova costruzione o ristrutturazione della prima casa di abitazione. E' rivolta ai soci dei rispettivi istituti di credito, persone fisiche residenti nel territorio di competenza.

«In caso di costruzione o ristrutturazione i lavori devono essere realizzati da imprese locali, aventi sede o comunque operanti nel territorio servito dalla Cassa. In tal modo le risorse rimangano sul territorio e facciamo lavorare le nostre aziende, vuole essere un volano per l'economia locale», ha precisato Capra, ricordando le due tipologie di mutuo disponibili: un mutuo chirografario (senza ipoteca), con il finanziamento che deve essere restituito entro 10 anni oppure un mutuo fondiario (con ipoteca) della durata massima di 20 anni. L'importo massimo del mutuo è di 200mila euro, con il finanziamento che non può essere superiore all'80% del costo dei lavori o dell'acquisto. Un mutuo a tasso agevolato con rimborso in rate mensili.

I tre istituti hanno messo a disposizione 5 milioni: 2,5 la Valsugana e Tesino, da cui è partita l'iniziativa, 1,5 la Cross e 1 milione quella di Roncegno. Il tutto in proporzione al numero di soci attuali, pari rispettivamente a 5.300, 2.500 e 650 unità. «Di fronte ad una concorrenza spietata questo è anche un modo per acquisire nuovi soci e mantenere gli attuali», ammette Hueller.

La seconda iniziativa è indirizzata alle piccole e medie imprese locali (le quali rappresentano più del 40% del sistema economico e creditizio della valle), che intendono migliorare la propria attività, svilupparsi, ammodernarsi, ampliare la produzione, investire in riqualificazione energetica, ricerca, innovazione eccetera. Ciò attraverso finanziamenti per investimenti strettamente funzionali all’attività produttiva o caratteristici dell’impresa (non è ammesso ad esempio l'acquisto di automobili mentre sono finanziati investimenti avviati nei 6 mesi precedenti), che deve essere socia o cliente dell'istituto, operare direttamente sul territorio di competenza o comunque impiegare personale dipendente residente o operante in esso. Sono escluse imprese che svolgono attività bancaria, assicurativa o hanno in corso procedure concorsuali. Anche qui il plafond è di 5 milioni (suddivisi come sopra), così come le modalità di finanziamento (l'importo non superiore all'80% della spesa complessiva con un massimo finanziabile di 200 mila euro restituibili in dieci anni).

Per quanto riguarda i tempi, le domande saranno esaminate ed accolte in ordine cronologico fino ad esaurimento del budget. «E' una sperimentazione, non sappiamo che risposta avrà. Vuole essere un inizio, stimolare l'entusiasmo. E se va bene possiamo rilanciare, magari pensando alle giovani coppie», aggiunge Zanetti. «Stiamo assistendo ad un aumento dei risparmi e ad una diminuzione dei prestiti: le domande di credito per comprarsi la casa o l'attrezzatura sono in calo e ciò significa che non c'è fiducia, tendenza che vogliamo ribaltare con questa iniziativa. D'altronde il ruolo delle banche è quello di far girare l'economica», conclude Paolo Gonzo.

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