Rubygate, intreccio di droga e sesso
Procacciatori, clienti facoltosi: ecco come si muovevano gli affari
TRENTO. Un quadro desolante. Una storia che ruota attorno ad una bellissima minorenne in vendita e nella quale, come co-protagonisti, ci sono personaggi che fanno da procacciatori, facoltosi clienti, prostitute con ruoli di secondo piano e anche spacciatori che garantiscono la droga durante i festini. E poi c'è anche un carabiniere che a volte chiude un'occhio, a volte tutti e due, e in qualche caso fornisce preziose indicazioni sulle indagini. Questo è, secondo la Procura di Trento, il «Rubygate trentino».
C'era lei. Ancora minorenne, ma statuaria. Ballerina sensuale che si esibiva in spettacoli di lap dance che riempivano il Saint Louis, il night di Mezzolombardo dove spesso la giovane si esibiva. Ma lì, la diciassettenne - che originaria dell'Est, risiede in Valsugana e ha compiuto i 18 verso la metà di maggio - in quel locale si sarebbe anche prostituita. Attorno a lei, un nugolo di persone che, con ruoli diversi, ne favorivano la prostituzione.
Quattro i trentini coinvolti, assieme ad un bolzanino, a quattro veronesi e un bresciano, tutti accusati - pur con ruoli diversi - di favoreggiamento della prostituzione minorile. Sono Alessandro Giunta, 48enne di Mezzolombardo, titolare del Saint Louis, Loris Marchesoni, 55enne di Caldonazzo, Alessio Agostini, 28 anni, Florio Angeli, 64enne di Novaledo, Ireneo Claudio Mascanzoni (detto Stereo) 56 anni, Mirco Ravarotto, 45 anni di Bolzano, Lucio Gottardi 44 anni di Brentino Belluno, Paula Regina Silva Pereira 27 anni, Fabio Simeoni 42 anni e Michele Bighelli, 46 anni.
Ma l'inchiesta «Missouri», incentrata sulla prostituzione della minorenne, s'è intrecciata con «Paludi 2», indagine condotta sempre dai carabinieri e che, qualche mese fa, ha portato allo smantellamento di un'organizzazione che riforniva di droga decine di trentini, molti dei quali insospettabili. Droga che arrivava anche alla minorenne e ai suoi clienti. Ad unire idealmente le due indagini l'appuntato Giorgio Baldo, 45 anni, finito anche lui in carcere - e ora ai domiciliari - per aver aiutato, informato e protetto due amiche marocchine, l'una finita nella prima indagine, l'altra nella seconda. Si tratta di Fadwa Benghali e Zineb Larafi, entrambe marocchine rispettivamente di 20 e 22 anni ed entrambe prostitute. La Benghali è accusata di spaccio, la Larafi, molto amica della minorenne, oltre che di spaccio - secondo l'accusa era lei a rifornirla di droga - è accusata anche di induzione e favoreggiamento della prostituzione. Un'«amicizia», quella tra le due donne e il carabiniere, di cui molti altri indagati avrebbero saputo e approfittato.
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