Rsa, Zeni-Upipa a un passo dalla rottura
L’Unione delle Apsp: «No al tavolo tecnico, sciogliere i nodi politici». L’assessore: «Mi spiace ma noi andiamo avanti»
TRENTO. È gelo tra l’Upipa e l’assessore alle politiche sociali Luca Zeni sulla riforma del welfare per gli anziani. Ieri si è riunita l’assemblea dei soci dell’Unione che riunisce le 41 Aziende pubbliche di servizi alla persona che gestiscono le case di riposo e dopo tre ore di confronto animato, a larga maggioranza è stato detto no alla proposta dell’assessore Zeni di partecipare al tavolo tecnico sulla riforma, indicando alcuni rappresentanti delle Apsp. «Prematuro», è stata la conclusione dell’Upipa, che chiede invece di attivare un tavolo politico per sciogliere alcuni nodi che i rappresentanti delle Rsa considerano ancora tutti da sciogliere, in primis il processo di accorpamento (che Upipa contesta) delle attuali Apsp in 16 Agenzie per gli anziani, e poi il ruolo delle Apsp nel nuovo sistema di welfare. «Nonostante i passi avanti fatti dall’ottobre 2015 ad oggi - spiega in una nota il presidente di Upipa Moreno Broggi - la proposta dell’assessore Zeni suscita ancora diffuse perplessità da parte dei soci per l’eccessiva distanza dal documento di indirizzo approvato dall’assemblea di Upipa il 27 ottobre 2016».
In sintesi, le Apsp chiedono di riavvolgere il nastro e fare un passo indietro. Formalmente non una bocciatura senza appello, ma di certo non quello che Zeni si attendeva dopo aver ripetuto - per settimane - che la riforma va portata a casa entro il 2018, ovvero prima delle prossime elezioni provinciali.
L’assessore va avanti. E infatti la risposta a distanza di Zeni (che ieri non era invitato all’assemblea) non tarda ad arrivare ed è netta: «Abbiamo fatto un percorso di un anno e condiviso l’attivazione di un tavolo tecnico con i soggetti coinvolti nella riforma, dal Consiglio delle autonomie ai sindacati al Terzo Settore. È un percorso che ho presentato alla commissione del consiglio, condividendolo anche con le minoranze. Mi auguro che anche Upipa, che rappresenta le Rsa, voglia partecipare, abbiamo già avuto diverse disponibilità da singoli presidenti. In caso contrario - avverte Zeni - procederemo con chi ci sta. Alla Provincia spetta la responsabilità di fare sintesi e di decidere, su una riforma che non riguarda le Rsa ma l’intero welfare per gli anziani».
La proposta Dori. In assemblea ieri i soci delle case di riposo hanno discusso a lungo la proposta formulata da Renzo Dori (presidente della Margherita Grazioli di Povo), capofila delle Rsa maggiori, che prevede processi di fusione solo per le Rsa con meno di 100-120 posti letto, una soluzione per garantire economie di scala senza rinunciare a un protagonismo delle Apsp più grandi. Ma la proposta, come prevedibile, non ha incassato consensi dalle realtà minori e alla fine non è stata messa ai voti.
I nodi aperti. Di fronte all’impasse è stato Roberto De Laurentis, presidente della Fondazione Comunità di Arco, a proporre di riaprire la discussione politica con la giunta provinciale sui nodi aperti per Upipa. Il primo riguarda il processo di unificazione delle Apsp. La riforma Zeni prevede di accorpare le attuali 41 Apsp in 16 nuove «Agenzie per gli anziani», che si occuperanno della filiera dei servizi: una per Comunità di valle (più il Territorio val d'Adige e la val di Fassa), saranno il riferimento unico per gli anziani e le loro famiglie, non si occuperanno più solo di case di riposo, ma saranno incaricate di costruire piani assistenziali individualizzati, di fare prevenzione e di fornire anche servizi di tipo domiciliare o semiresidenziale.Un forte ruolo, nella riforma, lo avranno le Comunità di valle, a cui spetterà, in accordo con la Provincia, di dare le direttive alle Agenzie per gli anziani e di gestire il budget per il proprio territorio, assegnato in base al numero di anziani e ai bisogni: si tratta di 132 milioni di euro per le Rsa e altri 23 milioni per la semiresidenzialità e l'assistenza in casa. Ma è proprio questo budget unico che le Apsp, nel documento di ottobre, avevano chiesto di poter gestire. L’assemblea di Upipa ieri ha anche condiviso che una riforma così importante debba passare per una legge, e non per una delibera di giunta. Punto su cui Zeni aveva aperto già in commissione. Ma per ora questo resta uno dei pochi punti di contatto tra le parti.
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