Rovereto: le piste dei dinosauri dei Lavini in un videogame 3D
La prossima primavera si farà la mappatura tridimensionale: in gps le 1600 orme
ROVERETO. Il rilancio delle piste dei dinosauri dei Lavini di Marco passa anche per l'informatica. Le tecnologie 3d potrebbero essere decisive non solo per trovare un sistema di conservazione, ma anche per promuoverle online. Quest'anno sono iniziati i primi lavori di recupero del percorso di visita, e i rilevamenti; la primavera prossima verranno rilevate in 3 dimensioni.
Il sito paleontologico più affascinante del Trentino è da anni al centro delle polemiche per la valorizzazione, soprattutto turistica, insufficiente. La prossima primavera geologi, ricercatori ed esperti della Fondazione Kessler rileveranno le piste più importanti con la tecnologia 3d, come già fatto per le orme scoperte nella galleria di Monte Buso sul Pasubio, per la quale si pensa di creare una sorta di videogioco che permetta la visita virtuale del sito. Riuscire a creare un percorso analogo per le orme dei Lavini - e magari metterlo online - sarebbe un nuovo canale per far conoscere le piste dei dinosauri, e una buona "esca" per attrarre (finalmente) i turisti.
Dopo le polemiche degli anni scorsi, intanto, quest'estate il servizio geologico della Provincia ha deciso di investire e di mettere mano al percorso di visita. Durante quella che è stata la prima fase del "restauro", i sentieri sono stati ripuliti, sono state sistemate o cambiate le tabelle in pietra rotte o danneggiate. Assieme al servizio bacini montani ed al Comune di Rovereto si è anche cominciato a predisporre un sistema di regimazione delle acque, principali responsabili dei danni alle impronte. In contemporanea, i ricercatori del Museo tridentino, guidati da Marco Avanzini, hanno mappato tutte le 1600 orme con posizionamento gps, fotografia, disegno e rilievo. Prossimo compito sarà ancora loro, assieme alla Fondazione Kessler: la primavera prossima, una volta che le condizioni saranno favorevoli (il terreno deve essere asciutto) passeranno al laser scanner le orme più significative, ricavandone il rilievo in 3d. «Confronteremo il rilievo 3d attuale - spiega Avanzini - con i calchi presenti al Museo Civico, fatti 20 anni fa. Capiremo se, quanto e come si sono rovinate, nel tempo, le impronte. Potremo stimare la velocità di corrosione. Solo allora potremo dire quali rischi corrono e quali sono gli agenti più pericolosi. Si potrà decidere con cognizione di causa cosa fare per evitare lo sgretolamento: se basta un intervento di regimazione delle acque, se ci vogliono resineo l'applicazione di materiali contro l'assorbimento dell'acqua, o usare dello stucco anti-infiltrazioni. Rovereto ha sempre fatto fatica a gestire i Lavini. Forse, basandosi su qualcosa di concreto, amministrazione e fondazione Cengio Alto potranno decidere meglio su cosa fare per conservarle».
E magari anche per promuoverle: la documentazione in 3d potrebbe andare su Internet, dando l'opportunità di una prima occhiata "virtuale". Invogliando così a vederle dal vero, a Rovereto.
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