Rovereto: ferito da una barra di ferro persa dal Tir
Come un proiettile fora il parabrezza e colpisce al collo l'automobilista che si salva
ROVERETO. Miracolo sulla 34ª strada? Macché: questo è un miracolo (per chi ovviamente ai miracoli ci crede) sull'A22. Una barra di ferro che buca il parabrezza, entra nell'abitacolo dell'auto e colpisce di striscio il guidatore ferendolo leggermente al collo. Questione di qualche millimetro e la barra di metallo avrebbe reciso la giugulare o la carotide. E per l'automobilista probabilmente non ci sarebbe stato nulla da fare. Ma così, per fortuna, non è andata.
E' ancora in macchina sotto shock Daniele Campestrini, 32 anni di Gardolo, quando arrivano i soccorritori. Si lamenta per la ferita al collo e per il dolore alla spalla sinistra, ma cosa vuoi che sia rispetto a quello che poteva accadere? Nulla. Perché Campestrini può ancora raccontare la sua disavventura. Lo fa con tutta quella forza e quella freddezza d'animo che ha avuto pochi minuti prima quando si è visto la morte in faccia. «Grazie a Dio sono ancora qua» dice agli operatori del 118 che gli prestano le prime cure. E il suo primo pensiero va alla sua bambina...
Campestrini, di professione amministratore, alla guida di un Audi A5 3000 turbodiesel Quattro, viaggiava da Rovereto sud verso Trento. Poco dopo aver superato il casello, in prossimità del viadotto sull'Adige, un camion che lo precedeva ha perso una barra di ferro della lunghezza di una quarantina di centimetri. «Ero in fase di sorpasso - racconta - quando ho visto un oggetto che mi veniva contro: nemmeno il tempo di rendermi conto di quanto succedeva che me lo sono ritrovato in macchina dopo avermi colpito sulla parte sinistra del collo. Davvero non riesco a capire come sia riuscito a mantenere il controllo della macchina e poi accostare per avvisare il 113».
Nel frattempo il Tir che lo precedeva ha proseguito il suo percorso. Anche perché difficilmente l'autista si è accorto di quanto è successo alle sue spalle. Infatti il Tir non ha perso parte del carico, ma il pezzo di ferro finito dentro l'Audi con tutta probabilità si è staccato dal paraurti posteriore: forse si tratta di un supporto, lesionato o usurato, della barra dove è ancorata la targa. Difficile, se non impossibile, per la Polizia stradale e del servizio assistenza dell'Autobrennero arrivato per primo, risalire all'autista del camion.
E quando arriva l'ambulanza del 118, Campestrini guarda ancora quel foro nel parabrezza, dà un'occhiata alla barra di metallo finita tra il sedile e la portiera, si tocca con la mano le ferite al collo. Poca cosa tanto che pare non abbia avuto bisogno nemmeno di qualche punto di sutura. «No, non so ancora come possa raccontare questa storia... Non ci credo nemmeno io» ripete Campestrini. Eppure è vero: fortuna? miracolo? Evidentemente, afferma un soccorritore, «non era la sua ora...»
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