Riva, i commercianti e la battaglia della pipì

Cartelli esposti in centro: «Portate altrove i vostri cani». Cavalieri: «Vetrine imbrattate tutti i giorni»


di Matteo Cassol


RIVA. «Noi negozianti del centro siamo stufi della maleducazione di molti padroni di cane»: a dirlo è il noto commerciante rivano Silvano Cavalieri che, esasperato dai continui da ripetuti “attacchi chimici” alla proprietà sua e dei suoi colleghi, ha cominciato una campagna di protesta affiggendo all’esterno dei propri negozi (così come su quelli di altri che condividono la sua battaglia) un cartello piuttosto esplicito che recita «Portate i vostri cani a pisciare altrove».

Chiaramente, e questo lo riconosce anche il diretto interessato, gli animali sono incolpevoli, sopraffatti dal proprio istinto di segnare il territorio e inconsapevoli di arrecare danno a chicchessia: a poterli guidare sono però i padroni, che in molti casi non sembrano curarsi dell’inconveniente e non fanno in modo di dissuadere il proprio amico a quattro zampe dal lasciarsi andare sulle pareti dei negozi. Particolarmente penalizzati, a quanto pare, sono gli esercenti (soprattutto quelli che fanno angolo) di viale Dante, arteria dello shopping per eccellenza.

«Basterebbe tenere i cani a tre metri dalle vetrine – afferma Cavalieri, che a Riva è titolare di “Boomerang” e “Passaparola” e che invece nei pressi dei propri negozi di Arco non ha ravvisato la medesima “emergenza” – per evitare che facciano danni. Se proprio potrebbero indirizzarli verso i piloni centrali, anche se l’ideale sarebbe semplicemente andare ai giardini o in zone in cui non ci siano cose da rovinare: ho provato di tutto, dall’acido muriatico ad altre soluzioni trovate su Internet, ma è una continua lotta che non si può vincere, perché l’animale comunque sente l’odore di urina e vuole sovrastarlo. Ma ripeto che la responsabilità è dei padroni: ho provato a mettermi sul marciapiede a “fare la guardia”, ma mi sono cascate le braccia per il menefreghismo di molti e rischio di trovare ogni giorno da litigare; quindi ho pensato di provare a sensibilizzare in un’altra maniera».

A quanto pare il cartello, per quanto non propriamente oxfordiano (o forse proprio per quello), sta cominciando a fare il proprio dovere e altri commercianti potrebbero appenderne una copia. La speranza di Cavalieri, però, è che si tratti solo di una soluzione temporanea: «La gente deve capire che, per quanto la passeggiata del cane possa essere importante, sono importanti anche i negozi, grazie ai quali molti di noi mangiano. In una cittadina che vive di turismo come Riva, servirebbe magari un’ordinanza del sindaco per scoraggiare questi comportamenti, come avviene con le cacche, anche se l’ideale – conclude – sarebbe semplicemente che i padroni cominciassero a usare la testa, per evitarci di passare il nostro tempo a tentare di rimediare ai loro ricordini, che peraltro hanno già danneggiato marmi e soglie».

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