Comune

Rimpasto di giunta: scambio Maule-Panetta. Urbanistica a Franzoia

Il sindaco sta limando le scelte. Previste due nuove deleghe consiliari per Pd e Patt


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Un nuovo assessore, alcuni scambi corposi di competenze in giunta e due new entry, di Pd e Patt, con altrettante deleghe consiliari.

Il sindaco Alessandro Andreatta, terminata l'operazione ascolto con i segretari della maggioranza, è ai dettagli finali nella messa a punto del rimpasto del governo della città. La comunicazione finale al suo centrosinistra comprenderà la puntuale enunciazione delle deleghe ma (salvo cambiamenti in corsa) il primo cittadino sembra aver trovato la quadra.

Una serie di aggiustamenti che Andreatta è pronto a fare in nome della governabilità ma che lo costringono (obtorto collo) a fare anche un passo indietro rispetto al suo approccio innovativo di un anno fa. Meno fantasia e più manuale Cencelli.

Le donne in giunta passano da tre a due ma per converso sembra otterranno in cambio maggiore peso specifico. Vediamo: sarà proprio Chiara Maule ad essere sacrificata. L'esponente del Cantiere non è stata eletta ma cooptata in giunta dal sindaco. La sua debolezza principale è quella di non aver ricevuto l'investitura popolare ma anche di fare parte dello stesso partito del (votato ed eletto) Salvatore Panetta. Quel Panetta che spesso e volentieri, in dissenso con la scelta di Andreatta, si è chiamato fuori dalla maggioranza quando c'era da votare.

Lo scambio tra i due sullo scranno di assessore, si tramuta in un arrivederci al Comune della Maule che, salutata con tutti gli onori, potrebbe rientrarvi come prima dei non eletti nel 2018. Per quella scadenza, il rinnovo del consiglio provinciale, ci sarebbero in rampa di lancio lo stesso Panetta, nonché Paolo Biasioli. Anche il diktat di Lorenzo Dellai che paventava la caduta della giunta non avrebbe giovato particolarmente alla Maule; non per la forma, ma anche nel merito visto che i teorici nuneri dei dellaiani nel partito sono proprio l'assessora e Renato Tomasi, due in tutto.

Dal mini ribaltone potrebbe uscire ancora più forte Mariachiara Franzoia; il sindaco avrebbe in mente uno scambio di competenze tra lei ed il vicesindaco Paolo Biasioli che rimmarrebbe tale. Alla Franzoia andrebbe tutta la programmazione urbanistica, con l'esclusione (forse) del Prg che finirebbe tra le competenze del sindaco.

In questo quadro si capisce come nell'Upt sia passata la linea del segretario Tiziano Mellarini e come, il sindaco non ne abbia mai fatto mistero, si lavori per garantire la governabilità. In questo senso occorre cementare anche la fedeltà del Patt, non sempre granitico al momento del voto in aula: ecco allora che è stata offerta una delega consiliare ad hoc agli autonomisti. Andrà o a Tiziano Uez o a Dario Maestranzi, a loro la decisione. A questo punto però il Patt avrebbe un po' troppo peso specifico visto che oltre ai due assessori, Roberto Stanchina e Marika Ferrari, si troverà con una delega da quasi assessore.

Ed il Pd se ne sta a guardare zitto e buono come nulla fosse dall'alto dei suoi 14 consiglieri? Niente paura, la seconda delega consiliare andrà proprio a loro. Questa partita è legata a doppio filo con la presidenza del gruppo in Comune: il capogruppo attuale è Paolo Serra ma da tempo si fa notare come quella parte di consiglieri un po' più critici nei confronti del sindaco reclami il posto:sono Vanni Scalfi, Alberto Salizzoni, Corrado Bungaro e Silvio Carlini. Se Serra farà, come dicono, un passo indietro allora la presidenza del gruppo dovrebbe toccare a Scalfi. E la delega? A quel punto non potrebbe più essere reclamata da Alberto Salizzoni (come radio Comune assicurava) ma potrebbe finire in dote a Serra.













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