Riemerge a Tres una fabbrica d’armi di 10 mila anni fa
A due anni dai primi ritrovamenti, a Laget sono ripresi con successi gli scavi condotti dal Museo di scienze di Trento
TRES. A distanza di due anni dalla scoperta dei primi importanti reperti preistorici in località Laget, il gruppo di lavoro del Museo di Scienze che nel giugno 2011 aveva effettuato un primo scavo sta portando avanti il progetto. «Questo nuovo intervento - spiega Giampaolo Dalmeri, responsabile dei tecnici della sezione preistoria del Museo di Scienze di Trento - conferma che tutta l'area presa in esame è interessata da frequentazioni preistoriche. Il dato significativo è la forte presenza di scarti di lavorazione, come se questo sito avesse ospitato una sorta di laboratorio per la costruzione di utensili e armi. Un’altra importante scoperta è una macchia di terreno più scura, che rivela la presenza di un focolare ricco di frammenti di carboni e selci combuste».
Nel pur limitato sondaggio del 2011, l'esplorazione aveva suggerito un livello archeologico limoso a circa 40 centimetri di profondità sotto il terreno arativo, ricco di reperti in selce e minuscoli frammenti di carboni di focolare.
Questi ritrovamenti indicano la presenza di un insediamento della fine del Paleolitico (circa 10.000 avanti Cristo) a sud della sella del Dos del Spin e del versante verso costa larga (a 1400 metri nel Comune di Tres).
«Le condizioni di giacitura dei reperti in selce dove l'aratura non ha compromesso la stratigrafia originale del deposito - spiegano i tecnici - sono nel complesso buone, tanto che si è potuta identificare anche la presenza di una probabile struttura, un accumulo di oltre 1000 scarti di lavorazione della selce, tra lame e schegge, molto alterate dal fuoco». Questo secondo intervento di scavo proseguirà ancora per tutta la settimana prossima». Poi si passerà ad una fase di studio e analisi dei dati raccolti e verrà deciso in seguito se effettuare ulteriori interventi sul campo», conclude Dalmeri.
Carlo Sicher, proprietario dell'appezzamento, accoglie con cordialità i passanti che, incuriositi dal sito archeologico, vogliono assistere alle ricerche che potranno essere utili per fornire indicazioni sullo sfruttamento del territorio alpino nel periodo tardo-postglaciale.
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