Ricorso, Fugatti sulla sua elezione: «Sono tranquillo»
Dopo Pascucci anche LeU: «Chiara incompatibilità». E Rossi: «Se diventi governatore ti dimetti anche dall’Onu»
TRENTO. È tranquillo, Maurizio Fugatti, a proposito del ricorso presentato dall’avvocato Alfonso Pascucci per la sua ineleggibilità a presidente della Provincia, in quanto sottosegretario del governo. L’avvocato Pascucci parte dall’assunto che un sottosegretario è da intendere a tutti gli effetti membro del governo e per questo ha depositato all’Ufficio circoscrizionale della Provincia perché le due cariche non sono compatibili. È di ieri anche la segnalazione che ha fatto il partito Liberi e Uguali per chiedere di non convalidare l’elezione a presidente della Provincia di Fugatti, perché «lo stesso si trova in condizione di ineleggibilità ai sensi del combinato disposto fra l'articolo 15 della legge provinciale n.2/2003 e l'articolo 10 capo 1 della legge 400/88, che recita non essere eleggibili alla carica di presidente delle Province chi è membro del governo».
Ribatte Fugatti: «Tutti sono legittimati a presentare ricorso, ma mi pare che l’articolo 92 della Costituzione sia molto chiaro». L’articolo 92 recita: "Il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri". Ora, gli esiti del ricorso di Pascucci, si giocano in base alle interpretazioni della Costituzione, che parrebbe considerare parte del governo solo i ministri, ma per Pascucci vanno presi a riferimento altre leggi, come la 224 del 2007 (che considera invece i sottosegretari componenti dell’esecutivo).
Fugatti aggiunge che non si è dimesso da sottosegretario in base al parere del direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti il quale, richiamando l'articolo 17 della legge elettorale provinciale, che prevede l'incompatibilità tra la carica di presidente della Provincia (oltre che di consigliere provinciale) e le cariche di deputato o senatore, ha spiegato che avrebbe dovuto optare per una delle due cariche, ma non ha considerato l’ineleggibilità dei membri di governo. Fugatti precisa: «L’esito delle elezioni è stato chiaro, ma se c’è qualcuno che si vuole prendere le responsabilità di tornare al voto, faccia pure».
Interviene anche Ugo Rossi, che dice di parlare da uomo politico del Patt e non da governatore: «Faccio rilevare che era effettivamente il caso in termini di opportunità (non di rilevanza giudirica) di dimettersi prima. Io non ho mai voluto dirlo, ma che in campagna elettorale ci sia un candidato presidente che ha le funzioni di sottosegretario alla salute e che si occupa di un problema che è al centro della campagna elettorale la dice lunga. La considero un’estrema mancanza di rispetto delle istituzioni che si rappresentano, così come le dimissioni da sottosegretario che sembrava si dovessero fare due giorni fa e che invece ancora non ci sono. Così come i viaggi a Roma per chiedere istruzioni a Salvini. Per un trentino la presidenza della Provincia di Trento è la cosa più importante al mondo, per quanto mi riguarda ci si dimette anche dall’Onu. Non ne ho fatto un elemento di contrasto in campagna elettorale, ma ora lo dico: bastava poco (le dimissioni) e quel poco non l’ha fatto. L’autonomia ha bisogno di istituzioni chiare, limpide, cristalline e indipendenti, tutto questo legame con Roma per me è indecoroso, ripeto: sotto il profilo dell’opportunità».