l’iniziativa 

Restauro dei beni, servono fondi 

L’appello di Italia Nostra per salvare il patrimonio artistico della città


di Maddalena Di Tolla Deflorian


TRENTO. Trova consensi e appoggi istituzionali, il progetto di tutela e valorizzazione di Trento - città dipinta, lanciato da Italia Nostra nei giorni scorsi e presentato ieri mattina alla cittadinanza a Palazzo Geremia, in Sala Falconetto, di fronte ad un pubblico numeroso (cento persone) e qualificato. In sala erano presenti restauratori, guide turistiche, docenti, funzionari pubblici, esponenti di associazioni culturali e ambientaliste, studenti universitari. Hanno dato il loro appoggio convinto, nei loro interventi durante la tavola rotonda, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, Ermanno Tabarelli De Fatis, sostituto direttore Ufficio Beni storico-artistici della Soprintendenza per i beni culturali della provincia, e l’ex assessora alla cultura del capoluogo, oggi presidente della Quinta commissione permanente del Consiglio provinciale, Lucia Maestri, che ha competenza anche per la cultura. Roberto Perini, restauratore della Soprintendenza, ha confermato nel suo intervento, con un elenco di palazzi bisognosi di interventi, le preoccupazioni di Italia Nostra. Il degrado consegue al tempo, ma anche all’inquinamento e a materiali errati usati in passato. L’associazione ha declinato i passaggi necessari, a partire dal censimento formale delle priorità di intervento fra gli 83 edifici dipinti che l’associazione ha già elencato. Bisogna adesso vedere se si troveranno anche i soldi e la reale volontà politica di realizzare l’idea. La Quinta commissione ha nei giorni scorsi dato parere favorevole al testo della legge finanziaria provinciale che prevede per la Soprintendenza due milioni di euro di stanziamento. I soldi pubblici di certo – hanno spiegato tutti i relatori – non basteranno. Servirà una collaborazione virtuosa fra pubblico e privato. Alcuni strumenti esistono: innanzitutto si potrebbe rilanciare – è stato illustrato - quello di Art Bonus, strumento fiscale statale, che consente un credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano. Maestri ha ricordato la sua legge 17 del 2015, che declina in salsa provinciale quello strumento. Peccato che finora i soldi stanziati (500.000 euro ogni anno) siano stati usati per attività culturali e non per interventi di restauro o manutenzione, a causa della mancanza di progetti specifici. La presidente ha anche esortato a considerare maggiormente possibili finanziamenti europei per questo progetto. D’altra parte sia gli esponenti di Italia Nostra che quelli del Fai, fra cui Giovanna degli Avancini, hanno commentato che centrale sarà il coinvolgimento dei cittadini, per riprendersi il senso di appartenenza alla città e responsabilità e per spronare i decisori politici. Erano presenti in sala a questo proposito i ragazzi del Liceo Economico e Sociale A. Rosmini di Trento, che insieme al Fai seguono un progetto di alternanza studio e lavoro proprio sui palazzi dipinti di Piazza Duomo.













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