il caso

Ravina, costretti a «differenziare» i rifiuti dei vandali

I residenti in un palazzo Itea di via Filari Longhi hanno dovuto aprire i sacchi accumulati nella loro isola ecologica e gettarne via il contenuto che la Dolomiti Energia non raccoglieva più


di Daniele Peretti


RAVINA. Alla fine se i residenti delle case Itea di via Filari Longhia Ravina hanno voluto pulire l'isola ecologica, lo hanno dovuto fare da soli. Una nuova forma di raccolta differenziata. La differenziata fai da te a causa della maleducazione di qualche maleducato che ha scaricato nella loro isola ecologica i propropri rifiuti. Per questi i residenti si sono dovuti armare di guanti e tanta, tanta, pazienza.

In estate avevano segnalato una situazione resa difficile dall'abbandono da parte di qualche anonimo di sacchi di immondizia che Dolomiti Energia non rimuoveva in quanto irregolari, ma purtroppo il cumulo aumentava ed alla fine hanno deciso di fare da soli: «La situazione si era fatta insostenibile e così insieme ad altri condomini che preferiscono tutti restare anonimi, abbiamo preso dei badili con i quali abbiamo spaccato i sacchi e poi riposto tutta quella schifezza in alcuni sacchi neri sigillati», racconta uno dei volonterosi condomini.

E quando hanno iniziato a muovere l'immondizia sono scappati quattro- cinque topi che stavano tranquillamente pasteggiando: «Capisce la situazione? Era andata ormai oltre il limite di tollerabilità e quando abbiamo spostato il bidone giallo della carta, sotto la siepe abbiamo trovato un'altra schifezza: pulita anche quella».

Però non riuscivate a farla portare via: «E' successo che prima Dolomiti Energia non interveniva perché i rifiuti erano buttati qua e là; poi non interveniva lo stesso perché raccolti irregolarmente; alla fine però si devono essere stufati e dopo mesi insieme ad una pattuglia dei vigili, sono arrivati ed hanno portato via tutto».

Ma non avevate solo raccolto l'immondizia: «No abbiamo anche pulito con l'ammoniaca, abbiamo seccato le chiazze umide ed abbiamo rimesso ordine.

«La situazione è paradossale se consideriamo che nell'altra isola ecologica più piccola, i residenti che ne hanno l'utilizzo, sono stati costretti a cambiare le chiave a spese proprie. Se lo facciamo noi, spendiamo molto di più perché ci sono più appartamenti, ma evidentemente le chiavi sono passate di mano in mano ed adesso vengono anche da fuori a gettare l'immondizia: li abbiamo visti». I residenti sono sorpresi anche da un altro aspetto. Quello di cibi sigillati e non scaduti abbandonati in mezzo ai bidoni: «Parliamo di pasta, di yogurt, di scatolame. Pensiamo che possano far parte di quei pacchi alimentari distribuiti gratuitamente e poi abbandonati magari perché non di proprio gusto. Ma allora sarebbe maleducazione doppia». Adesso cosa farete? «Abbiamo chiesto l'installazione di una telecamera che ci è stata negata, alla pari della richiesta di coprire in qualche modo l'isola, per rendere più difficile il lancio dei sacchi. Lasciando la situazione così come sta, tra qualche mese saremo nuovamente al punto di partenza a meno che l'Itea non intervenga organizzando incontri di sensibilizzazione, nella speranza che tutti siano disponibili ad ascoltare».













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