Rapina notturna nella villa dei Manci

Punteruolo alla gola ai due proprietari. «Ripetevano che volevano i soldi»


Mara Deimichei


TRENTO. Un paio di sere prima avevano fatto la «prova generale» tentando di forzare la porta sul retro ma quando si erano accese le luci, erano scappati. La scorsa notte, invece, sono entrati nella villa isolata di Remo Ronga e Giulia Manci a Graffiano di Povo. E dopo aver preso i soldi al piano terra, sono saliti nella camera e hanno minacciato i due settantenni con i punteruoli.
«La paura è stata tanta - raccontano i coniugi - ma ora tutto è passato».

Una rapina in una nobile villa dei Manci, ad una manciata di minuti di macchina dal centro, una rapina preparata da professionisti. «Erano in tre - racconta Giulia - e avevano un accento dell'Est». L'incubo per la coppia è iniziato verso le 2.30 della notte fra sabato e domenica. «Mi ero addormentata da appena un'ora - racconta sempre Giulia Manci Ronga - quando sono stata svegliata all'improvviso da una mano che mi strattonava. Ho aperto gli occhi e ho visto un giovane con un passamontagna che mi teneva un punteruolo contro il collo». «Io mi sono svegliato subito dopo - racconta il marito Remo (ingegnere della Whirpool in pensione) - e mi sono trovato anch'io con il punteruolo alla gola. Hanno detto che venivano da Brescia e che sapevano che noi avevamo in casa una cassaforte - spiega ancora Remo - ma non è assolutamente vero. Mi chiamavano zio, mi dicevano di stare zitto».

I tre hanno minacciato la coppia per 20 minuti: pensavano di trovare denaro e non volevano andarsene a mani vuote. Ad un certo punto hanno capito che dovevano desistere e hanno preso i gioielli. «L'orologio - racconta Giulia - me lo ha strappato dal polso. Ho cercato di opporre resistenza ma non è servito. E poi si sono portati via una collana d'oro e l'anello di fidanzamento». Prima di andarsene i tre staccano dal muro il telefono e lo calpestano. E hanno cercato anche di chiudere la coppia in camera «ma io mi sono messa sullo stipite e loro hanno desistito» spiega ancora Giulia. Quindi si sono dileguati nelle campagne.

L'allarme è stato dato subito e dopo pochi minuti i carabinieri («che bravi che sono stati» dice la coppia) erano alla villa. Per uscire i rapinatori avevano aperto due porte ai lati opposti dalla casa in modo da poter scegliere quello migliore per la fuga. Il bottino finale? L'orologio, i gioielli e 200 euro che erano in un cassetto della cucina. «Hanno cercato ovunque - raccontano ancora i coniugi - e hanno aperto tutto ma non c'era nulla da rubare». Ieri mattina in via Graffiano è arrivata anche la scientifica alla ricerca di impronte o tracce lasciate su vetri e mobili. La caccia è iniziata.













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