«Qui stanno uccidendo l’economia di prossimità» 

La protesta. Ieri a Ponte Caffaro si sono ritrovati i commercianti caffaresi e quelli storesi, capeggiati dai sindaci Marca e Zontini, per chiedere la circolazione delle persone fra le regioni


Stefano Marini


Ponte caffaro. Manifestazione per la riapertura dei confini regionali ieri mattina nei pressi del ponte di Caffaro, lato bresciano. A ritrovarsi un’ottantina di persone circa, per lo più commercianti locali capeggiati dai sindaci di Bagolino e Storo. La loro richiesta, consentire la circolazione tra Trentino e Lombardia, perché l’economia locale sta soffrendo gli effetti delle norme anti covid.

Ad aprire le danze è stato il padrone di casa, ovvero il sindaco di Bagolino, Gianzeno Marca: «Vogliamo manifestare in modo pacato ma al tempo stesso pretenzioso – ha dichiarato il primo cittadino – siamo a ridosso del Trentino e ci troviamo ad avere più di 60 attività commerciali sul lastrico. In questi ultimi anni siamo cresciuti attraverso lo sviluppo del commercio. Nonostante si respiri la stessa aria oggi si applicano però misure diverse. Questo non è accettabile perché gli scambi in questi anni sono cresciuti grazie alla nostra reciproca collaborazione, fino a creare una vera e propria economia di prossimità. Chiediamo di avere delle politiche sociali e dei ristori che non entrino dalla porta ed escano dalla finestra, denaro che rimanga nell’economia locale. Ringrazio il sindaco di Storo per la disponibilità che ha dimostrato, questo dev’essere il modo di rapportarci fra Trentino e Lombardia».

Dal canto suo il sindaco di Storo Nicola Zontini ha sottolineato come i Comuni non abbiano il potere di riaprire il confine: «Siamo qui in segno di solidarietà verso gli amici di Ponte Caffaro, perché molti cittadini di Storo hanno un’attività qui e l’economia è un tutt’uno. C’è una valle intera che è messa in difficoltà da questa chiusura. La gestione del blocco non è purtroppo competenza nostra perché come sindaci non abbiamo l’autorità di aprire. Le decisioni in merito alle aperture dei confini spettano al Governo. So che la Provincia di Trento ha chiesto più volte di poter aprire i confini, anche perché la nostra valle si basa sul turismo e questa chiusura mette in seria difficoltà le attività economiche e credo che dobbiamo far di tutto per chiedere una revisione del Dpcm. Come sindaci stiamo facendo tutto il possibile, tenendo aperte al massimo le attività commerciali».

Accorato infine l’appello lanciato dalla rappresentante dei commercianti caffaresi, Samantha Bassi: «Siamo tutti uniti per un solo scopo – ha dichiarato Bassi – la chiusura del confine sta causando a tutti noi un forte danno economico e il prezzo da pagare, sommato al lockdown di primavera è e sarà davvero troppo alto. Siamo tutti allo stremo delle forze. La nostra economia è assolutamente legata alla clientela trentina che si trova a pochi metri da noi. I paesi sono legati. Chiediamo l’apertura della Regione o almeno il passaggio verso i 2 comuni trentini limitrofi (Storo e Bondone, ndr). L’apertura del confine è fondamentale per la nostra sopravvivenza ma crediamo lo sia anche per i colleghi trentini e speriamo davvero che il nostro appello venga ascoltato da chi di dovere».













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