«Qui di notte ci può capitare un po’ di tutto»
Sanità. Intervista a un medico della continuità assistenziale: «Le vocazioni sono rare, per la maggior parte si tratta di una scelta temporanea da parte di personale che cerca altre prospettive»
«Guardi, sono rari i medici di guardia che hanno scelto questo mestiere per vocazione, per la maggior parte di noi si tratta di una fase di passaggio oppure una scelta dettata da altri fattori. Ma il nostro ruolo, la notte, soprattutto nelle località periferiche, va incontro alle esigenze di persone, per lo più anziane, che non hanno altro tipo di assistenza».
Ecco il pensiero di un medico di guardia in servizio in Trentino, con un contratto a tempo indeterminato, che ha accettato di parlare della propria professione con il nostro giornale (che sul tema ha dedicato vari servizi nei giorni scorsi), in un momento particolarmente delicato per la continuità assistenziale che fatica a trovare professionisti disposti a lavorare sul territorio.
Dottoressa, ci delinea un identikit dei medici di guardia?
Ci sono professionisti di varia provenienza, ma in genere si tratta di persone che non vedono l’ora di passare alla medicina generale. Per lo più per i medici si tratta di una fase di passaggio, una sorta di gavetta in attesa di passare ad un altro incarico: sono davvero pochi i professionisti che vivono questo percorso come una vera e propria vocazione.
Lei però ha un contratto a tempo indeterminato.
Ecco, poi ci sono quelli come me che vari motivi (nel mio caso una scelta dettata da esigenze personali) scelgono questa attività che ti impegna la notte e con un rapporto con i pazienti molto diverso rispetto a quello che si instaura con un medico di medicina generale.
Quali sono le differenze?
Innanzitutto l’ambito territoriale, che nel caso dei medici di guardia nelle valli è molto ampio (esageratamente ampio) e non riesci ad avere un rapporto di continuità con i pazienti. Con il medico di base i pazienti hanno maggior rispetto. Ma ci sono anche questioni banalmente tecniche.
Ad esempio?
Noi medici di guardia non abbiamo la possibilità di consultare la situazione clinica dei pazienti, che invece è nella disponibilità dei medici di base e del sistema ospedaliero, dove anche gli infermieri hanno accesso a queste informazioni. Per noi si tratta di informazioni indispensabili
È una questione anche di stipendio? È vero che guadagnate meno rispetto ai colleghi di altre realtà italiane?
In realtà in Trentino mi capita di guadagnare di più rispetto a un’altra realtà dove ho prestato servizio, ma bisogna dire che le situazioni sono diverse: nell’altro incarico infatti avevo a disposizione l’auto di servizio e il carburante.
Quanto guadagna un medico di guardia in Trentino?
Il turno di notte di 12 ore vale circa 250 euro nette. Poi ci sono i festivi (sostanzialmente a Natale) e le prestazioni aggiuntive. I turni mensili in media sono una decina, alla fine la retribuzione media penso sia attorno ai 2.400 euro.
Ci sono difficoltà logistiche?
Le situazioni sono molto diverse sul territorio provinciale. Certo in alcune realtà può capitare di doversi arrangiare quando ti capitano più pazienti che hanno bisogno di aiuto e non ci sono gli spazi. E poi ci sono i problemi di sicurezza perché lavoriamo di soli durante la notte, senza telecamere.
I dati provinciali però parlano di carichi di lavoro molto limitati.
La situazione è sempre monitorata dall’azienda sanitaria, ma posso assicurarle che ci sono anche colleghi che non dichiarano tutta l’attività che fanno, magari non calcolano i consulti telefonici. Questo non avviene con i titolari, ma con i medici che hanno incarichi temporanei e che non hanno nessun interesse a registrare tutta l’attività.
Quali sono le richieste dei pazienti?
Le più varie: dalla crisi epilettica all’unghia incarnita, dal mal di gola alle ischemnie. Ma ti può capitare anche l’arresto cardiaco, magari girato direttamente dalla centrale operativa del 118.
La gente ha fiducia in questo servizio?
Nelle zone periferiche può anche capitare che ci siano persone che chiedono aiuto al medico di guardia perché l’ambulatorio del medico di base è aperto solo un giorno alla settimana. Pazienti che - paradossalmente -hanno un rapporto di continuità con il medico di guardia. Ci sono diversi habitué e non solo pazienti psichiatrici. Parlo di persone solo, soprattutto anziani, che non hanno un familiare accanto e per loro il servizio di continuità assistenziale può essere molto importante.