la polemica

«Quel sindaco si rifiuta di ricordare la Resistenza»

L’Anpi contro Perazzoli che sabato a Vattaro non sarà alla manifestazione Schmid: «Vergogna, sette morti». Il primo cittadino: «Ricostruzione inesatta»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Ad oltre 70 anni di distanza una pagina di storia della Resistenza torna a dividere. L'amministrazione comunale dell'altipiano della Vigolana si rifuta di partecipare alla manifestazione e, pure, di pagare una corona che l'Anpi ha in animo di deporre a Vattaro, sabato prossimo. L’idea è quella di ricordare l'eccidio di sette partigiani avvenuto il 4 maggio del 1945, ad armistizio firmato da due giorni.

E tra il presidente dell'Associazione partigiani trentina, Sandro Schmid ed il sindaco dell'altipiano David Perazzoli, è scontro: «E' l’unico sindaco trentino che si rifiuta di partecipare ad una manifestazione in ricordo dei caduti della Resistenza. Ricordo che in occasione del 70° anniversario della Liberazione a Trento aveva aderito il Consorzio dei Comuni ed era intervenuto il suo presidente. Persino il sindaco Alemanno – legato alla destra – era intervenuto a manifestazioni come quella delle Fosse Ardeatine. Non è mia abitudine polemizzare, ma si è passato ogni limite. Invito il sindaco ad un confronto pubblico sotto l'egida della Fondazione del Museo Storico Trentino perché una volta per sempre si faccia trasparenza sulla verità storica di questo atroce eccidio ed un sindaco non si presti alle falsificazioni per non partecipare, come vorrebbe il suo ruolo istituzionale, a rendere onore   a questi caduti, trucidati dopo che, in tutta Italia, la resa dei tedeschi era già operativa da oltre due giorni».

Le cronache scrivono che «i partigiani arrivarono a Vattaro con una corriera. Per primo scende “il Bolzanino”, che sa il tedesco, per parlamentare. Ma da alcuni mezzi corazzati tedeschi sopraggiunti da Caldonazzo si apre subito il fuoco. Il comandante delle Fiamme Verdi della Divisione Ortigara urla “qui ci ammazzano tutti”. Sul terreno rimangono trucidati 7 partigiani, gli altri si mettono precipitosamente in salvo. E’ l’ultima strage nazista in Italia a guerra già finita».

Ma per il sindaco Perazzoli la ricostruzione non sarebbe corretta. Ed è pronto a quel confronto cui Schmid lo richiama: «Un confronto pubblico come chiesto dal presidente dell’Anpi? Molto volentieri ma facciamolo qui, a Vattaro, sul territorio interessato dai fatti. Sarò lieto di portare un bel gruppo di persone viventi e che erano in paese anche in quella data che racconteranno come sono andate le cose. Ma scusi che interesse dovrebbero avere a raccontare una versione diversa? Io da quando sono nato (da mia nonna prima e da altre persone poi) ho sempre sentito la stessa versione che non è quella che appare nel libro scritto da Corrado Bassi ed edito dal Comune.

Ci sono testimoni oculari, viventi che sanno esattamente cosa accadde nel 1945: c'era una corriera di linea con a bordo un gruppo di partigiani che hanno visto le truppe tedesche in ritirata. I partigiani, vicentini che provenivano dalla Val d'Astico, sono scesi ed hanno attaccato i tedeschi, disarmati. A quel punto le truppe sono tornate indietro hanno recuperato le armi, li hanno inseguiti e gli hanno sparato. Perchè ci sarebbero due versioni? Io non so il perchè, ma le persone che erano presenti allora raccontano, tutte, l'accaduto in questo modo. Io mio fido di chi c'era quel giorno ed io sto a Vattaro da sempre: ho sempre e solo sentito questa versione» chiude il sindaco. Ma la storia non sembra chiusa.













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