Provincia di Trento: sì al doppio lavoro

Ha il sapore della piccola rivoluzione il regolamento varato dalla giunta provinciale che «apre» ai secondi lavori per i dipendenti che lavorano part-time. Ma solo con partita Iva o collaborazione in aziende familiari. I sindacati applaudono: «Finalmente: non ci speravamo più»


Luca Petermaier


TRENTO. Siete dipendenti provinciali a mezzo servizio? Tenetevi pronti ad arrotondare lo stipendio. Da oggi Piazza Dante ve lo consentirà, a patto che non abbiate dipendenti o specifiche strutture immobiliari. Ha il sapore della piccola rivoluzione il regolamento varato dalla giunta provinciale che «apre» ai secondi lavori per i dipendenti che lavorano part-time.

Una rivoluzione che coglie di sorpresa persino i sindacati che sul punto avevano battagliato, ma senza troppa convinzione per molti anni: «E' una novità assoluta - commenta Silvia Bertola della Uil - ormai avevamo perso la speranza».
Il regolamento varato dalla giunta nell'ultima seduta va a modificare un decreto del 1998 relativo alle «autorizzazioni allo svolgimento di attività e incarichi compatibili con il rapporto di pubblico impiego».

Le modifiche introdotte dalla giunta agiscono su due fronti. Il primo (più ristretto) riguarda le imprese familiari nel cui ambito i dipendenti della Provincia non potevano svolgere alcuna attività di collaborazione. Ora la musica cambia: la collaborazione è consentita, purché sia compatibile con il rapporto di lavoro principale e quest'ultimo sia prestato a tempo parziale, vale a dire con un orario non superiore al 50% di quello prestato a tempo pieno.

Ma la vera rivoluzione è quella contenuta nella seconda parte del regolamento che autorizza tutti i dipendenti a tempo parziale ad aprire partite Iva per l'esercizio di altre attività lavorative, «se praticate senza utilizzare lavoro altrui o senza specifiche strutture immobiliari». La compatibilità di questi «secondi lavori» con quello principale è d'obbligo, come pure la comunicazione della retribuzione lorda che non potrà essere superiore alla metà della retribuzione annua lorda liquidata dalla Provincia.

In pratica significa che ogni dipendente provinciale a tempo parziale (ad oggi sono circa 600, tra cui molte donne che chiedono il part-time per motivi famigliari) potrà liberamente svolgere attività di consulenza, dare lezioni private, tenere corsi e svolgere qualsiasi altra attività esterna al proprio lavoro nella massima libertà e soprattutto alla luce del sole.
«Si tratta di una novità assoluta anche per me - ammette Silvia Bertola, sindacalista della Uil - visto che ormai, come sindacato, non ci speravamo più. Da sempre la Provincia si dimostrava più rigida dello Stato e dei Comuni nel consentire il doppio lavoro ai dipendenti a tempo parziale. Con questo regolamento credo si trovi finalmente il giusto equilibrio».

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