il caso

Protocollo Chiara, niente visita fiscale ai malati gravi

L’Inps è intervenuto dopo la vicenda di Chiara Dossi, denunciata dal Trentino: limiti agli accertamenti. E lei: «Grazie alla buona politica»



TRENTO. Ora è ufficiale, Chiara Dossi ha vinto la sua battaglia, che poi è quella di tutti i malati gravi che non dovranno più preoccuparsi della visita del medico fiscale mentre sono impegnati a lottare per ritrovare la salute. Una vicenda esplosa a inizio giugno, durante il ponte della Festa della Repubblica, quando il medico fiscale suonò il campanello di Chiara Dossi, 38 anni, che era nella sua casa di Arco a riprendere le forze dopo la chemioterapia del giorno precedente per curare il linfoma di Hodgkin. Lei non sentì il campanello e quindi non aprì la porta. Il medico lasciò nella cassetta postale l’invito (di più: l’ordine) di presentarsi a Trento per dare spiegazioni.

In realtà non fu necessario presentarsi a Trento, con un trasferimento che per una persona nelle condizioni di Chiara era del tutto sconsigliabile. Quando i dirigenti dell’Inps lessero la storia sul giornale Trentino furono loro a prendere l’auto per raggiungere Chiara nella sua abitazione e chiederle scusa a nome dell’Istituto di previdenza. Il direttore regionale Marco Zanotelli annunciò il cambio delle regole e ieri - a Trento - è stato presentato ufficialmente il “protocollo Chiara”, dedicato ai malati gravi del Trentino Alto Adige, in attesa che anche la normativa nazionale venga modificata, con un percorso legislativo già avviato. Alla conferenza stampa c’era Zanotelli, c’erano il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti e il consigliere Mattia Civico (che si sono subito presi a cuore la vicenda) e naturalmente c’era lei, Chiara Dossi: «La malattia è una fase difficile della vita - ha detto - sentire che in un momento così delicato la politica e la pubblica amministrazione, che spesso il cittadino avverte come irraggiungibili, sono riuscite a essermi vicine e solidali mi ha davvero sollevata» ha detto.

E poi - con un intervento sui social network - ha voluto annunciare le novità a tutti gli amici che hanno seguito la sua vicenda: «Ricordatevi della buona politica, quando è il momento di votare» ha aggiunto.

Ora la sua battaglia continua sul fronte sanitario, dove ha ancora alcune settimane di cure davanti che ora può affrontare con più serenità . Perché la serenità - come ha ricordato ieri il direttore regionale dell’Inps, Zanotelli - è fondamentale per ritrovare la salute: «Questo nuovo protocollo - ha detto - eviteranno che in futuro possano ripetersi esperienze come quella di Chiara». Soddisfazione anche da parte di Dorigatti e Civico, che hanno voluto sottolineare come in questa vicneda l’umanità abbia alla fine superato la macchina burocratica: «Grazie alle qualità delle persone che lavorano nella pubblica amministrazione».

Di fatto l’Inps è intervenuto per limitare gli accertamenti fiscali nei confronti di pazienti affetti da gravi patologie, che hanno in corso terapie salvavita adeguatamente documente. Come è appunto il caso di Chiara Dossi, ma anche di tanti altri pazienti che attraversano fasi delicatissime della loro vita. (a.s.)













Scuola & Ricerca

In primo piano